lunedì 28 maggio 2007

[Recensione] Amori in città tradimenti in campagna


Sarò breve e telegrafica. Da evitare come la peste. Non è divertente, neanche lontanamente. Interpretato da attori scaduti e andati a male (e che puzzano), pure loro annoiati dalla banalità e vuotezza della sceneggiatura. Dianne Keaton mi piace, nonostante questa bruttura.
E' un film da canale 5, da zapping estivo o da scaricare (grazie a dio non l'ho comprato... mi era passato per il cervello, PRIMA di vederlo).
Mi devo giustificare anche per questo: l'unico, minimo, piccolo (beh, insomma, mica tanto) motivino che mi ha spinto ad avvicinarmi a questa cosa informe che di seguito sarà identificata come FILM è... Josh HArtnett. Josh, ma cosa ci fai subire, per essere graziati della tua sublime e sporadica presenza? Giusto per il piacere di vederti in tenuta da surfista e, udite udite, in sandali di gomma (cosa che peraltro, mi è capitata due volte in due giorni... l'altra massa di cazzate è Per una sola estate).
Pure il titolo grida alla schifezza: Town & Country in originale, l'elenco telefonico in italiano.
Internet mi da ragione... pure gli scrinsciot che ci sono fanno schifo!... allora non sparo solo cazzate ;).
A propos... quoto da internet "Il film è uscito nelle sale cinematografiche solo tre anni dopo che si erano concluse le riprese e, dal punto di vista commerciale, è stato uno dei più grandi disastri del box office di tutti i tempi, secondo solo a Pluto Nash del 2002 (cento milioni di dollari per realizzarlo e quattro milioni e quattrocento mila di incasso). Costò circa novanta milioni di dollari e ne incassò solamente sei milioni e settecentomila".
Clap clap.

[Recensione] Eliminate Smoochy


Un film decisamente assurdo, ma c’era da aspettarselo visto che parla di un rinoceronte rosa. O anche solo per la parola Smoochy nel titolo, altamente Kevin Smith-iana. Smooooochy (boochie).
Satira sui programmi per bambini e per le sottotrame potere-soldi-donne. Come in tutti gli altri ambienti, quindi niente di nuovo.
Protagonista Smoochy, una specie di tenerone senza il tormentone “popi popi”. A riempirne il costume di gommapiuma è Edward Norton. Edward – Tyler Durden – Norton? Cooooooooosa??? (sto solo immaginando le vostre reazioni). Questa è proprio bella. Non avevo nessunissima voglia di vedermi un film del genere ma la curiosità, si sa, ha ucciso il gatto e anche se non sono un gatto, beh, lasciamo stare. Dicevo. Edward Norton è altamente facile da immaginare con una svastica tatuata sul (notevole) bicipite, o come avvocato di Larry Flynt, come pazzo bi-polare, come marito geloso, come prete timidino, addirittura come fidanzato di Courtney Love (argh) ma come star di un programma per bambini che canta canzoncine sulla soia, sulle foche e sul volere bene ai patrigni, NO. Decisamente NO. Ma nemmeno nei miei peggiori incubi (e visto che i miei sogni cinematografici si avverano sempre… vedi scene omosessuali Robert Downey jr+Tobey Maguire). E invece, è perfetto. È uno sfigato vegetariano perfetto. È un buono buonista, fa del bene senza volere niente in cambio, canta canzoncine che manco ai centri estivi si sognano di cantare (naturalmente vederlo in italiano perde moltissimo, visto che le parole delle canzoni sono divertentissime, come quella che canta nella clinica di recupero per i drogati, intitolata, "Death to smacko”). È assurdamente innocente, è scandalosamente perbene. Ogni tanto fa vomitare, è talmente stucchevole.
Non so perché sovente gli attori escono di senno e fanno un film assurdo come questo. Forse perché il regista-produttore-sceneggiatore-tecnico del suono è il cognato-cugino-suocero-vicino di casa? Boh! Fatto sta che accade, eccome.
Beh la trama non è niente di particolare: un ex idolo infantile vuole vendicarsi sul personaggio del momento, ne scaturiscono travestimenti, rapimenti (fotonica la scena del convegno di nazisti), mafia irlandese, sparatorie, scambi di persona.
Robin Williams interpreta la sboccatissima nemesi del protagonista, con una performance nella media, senza picchi, con le sue solite vocette (perse nel mare del doppiaggio), mossette e tic (per la serie: andare in pensione,no? Apri una catena di fast food, va’). Chissà come sono in lingua originale certe espressioni come: “quella specie di omosessuale nazista”, “Figlio bastardo di un ippopotamo”, “razza di muppet infernale”, “teletubby illegittimo”, “figlio di puttana imbottito”…
Non sapevo dell’esistenza di questo film, poco pubblicizzato o proprio per niente, da noi, lanciato abbastanza bene negli Usa (il sito è fantastico). Questo wallpaper è delizioso. Mi sembra di averne letto l’esistenza in qualche recensione che parlava del ruolo più assurdo di Edward Norton (che in realtà non è questo, bensì l’uomo mascherato de Le crociate - pareva brutto lasciare Kingdom of heaven?- ruolo tra l’altro non accreditato).
Nel cast anche Denny DeVito, Catherine Keener (lei sì che mi piace un sacco, i suoi personaggi sono sempre gelidi) e Jon Stewart (grande, grandissimo comico americano).
Non so se consigliarlo o meno, piacerebbe sicuramente ai fan di Norton, che alla fine, poliedrico lo è, anche se non gli piace che si dica in giro ;) .

[Recensione] L'amore in gioco+Febbre a 90°


Non mi piace lo sport, quindi non mi piacciono i film sportivi. Io vivo bene la mia vita, loro esistono anche senza il mio contributo. Sfortunatamente molti attori che mi piacciono, prima o poi nella loro carriera, si infilano in un film sportivo. Quindi più volte mi sono sentita costretta a tapparmi il naso e a tuffarmi dentro a svariati polpettoni epico-sentimentali, per puro spirito di collezionismo. Per fortuna, alcuni sono risultati piacevoli e magari emozionanti, al contrario delle previsioni. Vai a sapere cosa mi passa per la testa…
Una sequela di motivi mi hanno portata alla visione dei film in oggetto. In L’amore in gioco c’è Jimmy Fallon. L’amore in gioco è il remake ammerigano di Febbre a 90°, con Colin Firth, dall’omonimo romanzo di Nick Hornby (uno dei migliori scrittori esistesti, a mio immodesto parere). Indipercui scatta il confronto. Parto in ordine cronologico di visione, tanto a voi non vi cambia un cazzo.
L’amore in gioco non ha un gran chè di diverso da qualsiasi rom-com (minchia quanto sono pigri sti americani, non hanno neanche abbastanza voglia di dire romantic comedy). Lui incontra lei, tutto va liscio fino a quando si scopre che lui è un fanatico del baseball. Uno di quei fanatici fastidiosi, che pianificano la propria vita a seconda delle trasferte della squadra, che ha dei biglietti ereditati (per cui ci fanno subire anche la parte famigliare - non poteva essere un semplice coglione che va allo stadio, eh no, doveva essere un orfano cresciuto da uno zio che poi crepa, poverino). Sicchè lei giustamente si rompe le palle, si mollano, si rimettono insieme, vivendo felici e contenti. Il tutto contornato da genitori borghesi (di lei), amici idioti (di lui - tra i quali il gay di Sex and the city, poco credibile come macho man), appartamenti niu-iorchesi fatti con lo stampino (entrambi), scarpe fighissime (lei, ovviamente).
Il minestrone lascia un po’ a desiderare ma ogni tanto spuntano dei lampi di genio, grazie alla presenza di Jimmy Fallon o alla direzione dei fratelli Farrelly, anche se decisamente sottotono. Le gag sono tutte più o meno prevedibili ma alcune sono decisamente divertenti, soprattutto quelle dove lei è moribonda e lui la assiste.
Jimmy Fallon è uno di quegli uomini che mi sposerei subito, anche per corrispondenza. Entrato a far parte del cast di Saturday night live giovanissimo, ne fa parte per almeno sei stagioni. È un fottuto genio della comicità. Provate a vedervi i suoi sketch dove fa il tecnico del computer aziendale. O le sue imitazioni di Mick Jagger. Quest’uomo ha bisogno di un programma tutto suo, ragazzi! E poi, adoro il suo naso. Diciamo che la confezione è più che ottima, è pure timidino quando lo intervistano. Drew Barrymore invece rimane incastrata allo stesso ruolo che ormai porta avanti da dieci anni (almeno prima faceva la ribelle tossica) adesso la svampita fashionista. Dilemma: fare bene una cosa mille volte o provarne una nuova e prendere una cantonata? Beh, giudicate voi.
Se uno non conosce la trama, i primi venti minuti sono molto divertenti, essendo all’oscuro della tara del protagonista, diventa un bel collage di situazioni, dai quali ci si aspetta fuoco e fiamme. Che non arrivano. Ma almeno abbiamo riso per almeno venti minuti.

Febbre a 90° è inglese, e questo dovrebbe dire tutto. Niente guest star favolose (come Stephen King nel precedente) ma solo attori insipidi che parlano parlano parlano. E non sempre dicono cose interessanti. Leggetevi il libro che è meglio. Anzi leggeteveli tutti quelli di Hornby.
Il protagonista è un Colin Firth frescone, uno di quegli ometti che invecchiando migliorano. Eccome. Spostato con un’italiana, ha chiamato i figli Luca e Matteo. Evangelico. Lui è sempre divertente, infatti non mi piace nei ruoli seri e impegnati. Al massimo va bene per quelli romantici, ma i mattoni, no.
I film inglesi si riconoscono subito perché sono tutti opachi. Sembrano costantemente fuori fuoco.
Una bella parte lasciata fuori da quello americano è l’amica femminista della protagonista (quella che potrei interpretare io quando e dove volete). Non so se ci sia nel libro (mi manca!) ma tanto è tutta farina del sacco di Hornby visto che cura la sceneggiatura.
C’è un cameo di Stephen Rea, l’attore più prezzemolo del cinema anglo-irlandese.
I due finali non mi hanno convinta. Tutto si risolve in un modo troppo deludente: in entrambi i casi le tizie si arrendono e se la mettono via. Nell’americano forse, lui si rende conto che è arrivato il momento di crescere un po’, ma nell’altro no. Ma allora il film, per che cavolo l’abbiamo fatto? Bah!

PS: i due film, in originale, hanno lo stesso titolo.

sabato 26 maggio 2007

[Recensione] A history of violence


Il film partiva svantaggiato: un titolo di merda, una locandina pessima, il fatto di essere tratto da un fumetto non lasciavano scampo.
Mi sono tappata il naso e l'ho guardato per un semplicissimo motivo (chi mi conosce lo sa): ho un gigantesco senso per gli affari. Quando sento che devo comprare qualcosa per nessun motivo apparente, beh, quello è il momento giusto e l'oggetto giusto. Ovunque vada, riesco a portare a casa qualcosa ad un prezzo conveniente (negozi dell'usato, fiere del disco...). Avevo trovato il dvd di A history of violence nuovo a 3,99 Euro al supermercato. Mi sono detta: "Prima di comprarlo (sto cercando di smettere) ci do un'occhiata e se mi piace, passo all'acquisto".
L'ho visto. Mi è piaciuto, incredibile ma vero. Mi sono scoperta a pensare ad un eventuale acquisto del fumetto (pardon, Graphic Novel). Chi l'avrebbe mai detto.
Non voglio parlare della trama perchè sarebbe uno spoiler gigantesco, diciamo che c'è un prima e un dopo. Il prima è Viggo Mortensen (doppiato come sempre da Pino Insegno, a mio parere l'unico doppiatore che recita sul serio e non si limita ad enunciare le battute come se leggesse la lista della spesa) e Maria Bello, coppia felice con annessi bambinetta e teenager sfigato. Poi succede qualcosa. Questo qualcosa cambia il tono generale, da lento e forse un po' claudicante a pura violenza adrenalinica. Ci sono un bel paio di svolte impreviste, particolarmente supportate dalla colonna sonora che ti fa pensare "Oddio, oddio sta per succedere qualcosa di brutto" e ti fa rizzare i capelli, a volte insensatamente, a volte a ragione. Belli anche le varie psicologie dei personaggi nei confronti della cosa che succede, le varie reazioni, i comportamenti di fronte agli altri personaggi.
Non voglio raccontare altro perchè preferisco spingere a vedere i film che mi piacciono e sparare a zero su quelli che non ho apprezzato, sai mai che qualcuno mi legga e segua i miei consigli.
Intriga un sacco, cerca di darti dei suggerimenti che ti fanno venire dei dubbi sulla Verità raccontata dai personaggi, il tipico "Ma sti Buoni, non saranno mica Cattivi?".
Non lo sapevo che era un film di Cronemberg. Se l'avessi saputo prima forse sarebbe finito ancora più in basso nella classifica dei film visionabili. Quel regista è un pazzo, ma un pazzo intermittente, è da prendere con le pinze. Questa volta c'ha preso, chissà la prossima...
Credo di aver visto solo Delitto perfetto con Viggo Mortensen, ma non me lo ricordo. Mi ricordo solo il suo ridicolo taglio di capelli e la parte dell'amante passionale che interpreta. Mi ha fatto voglia di vedere la saga del Signore degli Anelli, ma per ora, sono ad un livello di 3 su 10. Quando arrivo a 7 posso anche cominciare. Mi ricorda un pochino (ino ino) Mads Mikkelsen, forse perchè i nordici sono come i giapponesi, si assomigliano tutti. C'è un inedito (almeno per me) William Hurt: senza barba e letale, non sembra più Babbo Natale (minchia, ho fatto la rima).
Le solite stupidaggini da film americano: tu, donna, te ne stai a guardare dalla finestra tuo marito che viene picchiato, o muovi il culo e chiami la polizia? E poi: perchè c'è tutto sto bullismo nei film made in Usa?
E' bello vedere del sesso meno finto/quasi vero in un film. Non sto parlando di porno, nè di erotismo (o forse sì). Giusto per sottolineare il "questa è una famiglia perfetta" i due adulti intraprendono una bella scena di sesso, senza sfocature o tagli nei punti giusti. O meglio, ci fanno vedere i preliminari, che non sono il solito "bacetto-mano sulla tetta-via il reggiseno-uomo sopra-donna sotto". La scena vale tutto il film (per gli interessati: è all'inizio, così vi risparmiate un fast forward furioso). Va bè che Cronemberg si era spinto moooooolto più in là con Crash, ma qui raggiunge, non dico la finezza, ma il punto giusto di interesse suscitato nello spettatore. Vorresti vedere di più, ma ti accontenti, perchè il prodotto non è poi così comune. Poteva andare peggio.

PS Esiste un blog sulle scene di sesso cinematografiche? Mmm potrei pensarci io ;)

EDIT: Ho appena scoperto che Viggo è stato sposato con Exene Cervenka, la storica leader dei The X. Il mio rispetto per lui aumenta vertiginosamente... che coppia :)

venerdì 25 maggio 2007

[Recensione] Requiem


Dopo aver visto Requiem ho chiesto il parere di un'amica che l'aveva già visto, giusto per orientarmi un attimo. Per lei il film era molto bello, molto semplice, molto molto molto. Per me invece era poco poco poco.
Prima di vederlo non ne sapevo niente, avevo dedotto che fosse un horror, vista la sezione in cui era elencato in qualche catalogo home video che mi era passato per le mani. SBAGLIATO.
Ambientato negli anni settanta, basato su una storia vera. E' silenzioso, senza musica (tranne in una scena ambientata in una discoteca). E' lento e vuoto, non succede niente. Pensavo che tutto ciò fosse una costruzione minimale di qualcosa che sarebbe scoppiato più tardi. Ma niente. Il film racconta di una ragazza epilettica che frequenta l'università. Si convince che è posseduta dal diavolo. STOP. Al chè mi è venuto il dubbio di aver scaricato metà film ma invece no, è tutto lì. All'inizio si intuisce che c'è qualcosa che non va nella ragazza, i suoi sono iper protettivi. Li convince a lasciarla andare all'università, incontra una vecchia amica che all'inizio la evita (come la peste) e poi ci si affeziona, inizia a rilassarsi un po', scopacchia pure, nel frattempo ha un paio di crisi (e a tre quarti iniziavo a chiedermi - come per i film di Moretti - "ma adesso succede qualcosa?") e a trenta secondi dalla fine un prete le fa un ESORCISMO (arriva, dice mezza frase del tipo "Satana esci da questo corpo") e lei fa due linguacce modello bimba di cinque anni a cui hai calpestato il castello di sabbia, titoli di coda.
Per la serie... Taci che non l'ho comprato... Vatti a fidare dei tedeschi...
Alcuni interrogativi sorgono:
- perchè sprecare i soldi dei contribuenti (tedeschi, in questo caso) per fare una cagata simile? Non potevano farne una rappresentazione teatrale? Perchè ammorbarci con questo film marrone e farci sprecare ben un'ora e venti minuti del nostro preziosissimo tempo cinefilo?
- ma poi, perchè Requiem?
- perchè nei film trovano sempre parcheggio davanti alla porta del locale?
Io mi aspettavo fuoco, fiamme e zuppa di piselli... zero assoluto...

lunedì 21 maggio 2007

[Gossip] Finalmente, cazzo!


La WB si è finalmente degnata di pubblicare una foto (vera, si spera) del Joker del prossimo film Bat-manesco, The dark knight (tratto dall'inchiostro di Frank Miller, mica bruscolini).
Non so se riesco ad immaginare qualcuno di diverso da Jack Nicholson ad interpretare Joker, figuriamoci se l'attore scelto è Heath Ledger. Va bene quando fa il cavaliere popolano, va bene quando fa il monaco dubbioso, il cowboy confuso, il secondino sensibile, ma il Joker?! Per fare codesto personaggio ci vuole ben altro che un bel faccino ed un fisico particolarmente prestante. Bisogna saper recitare. E non recitare mediocremente, recitare OLTRE, recitare fuori dalle righe e dagli schemi. Joker è un pazzo assassino, uno che non si ferma davanti a niente e nessuno. Uno che ha una mimica facciale incredibile. Siamo sicuri di aver fatto la scelta giusta?
Almeno il look, in foto, è decente. Fa effettivamente paura. Soprattutto le cicatrici, che non vedo l'ora di vedere in High Definition.
Incrociamo le dita.

[Recensione] Blade 1


Nei primi dieci minuti di film vorresti prendere il protagonista a calci sullo scroto, fargli patire le peggiori pene dell'inferno, come per esempio fargli fare la maratona di New York sui tacchi 12, grattugiarlo partendo dai piedi, chiuderlo in una stanza con Paris Hilton e farlo andare in giro senza mutande. Questo solo nei primi dieci minuti. Il resto è peggio. Un personaggio decisamente di Merda, con la M maiuscola. Bisogna rispettare anche la Merda, magari si offende. Borioso, antipatico, sbruffone, insopportabile.
Una sceneggiatura orripilante, con battute che non farebbero ridere nemmeno un dodicenne con la maestra di sostegno. Ma c'è un dubbio. Una quisquiglia, un neo in tutto ciò. La sceneggiatura è di David S. Goyer. Uno dei massimi esperti di cinema fumettistico e il creatore di Batman Begins (e del prossimo Batman), Dark city, il prossimo Magneto... Lui, un così compito ometto che potrebbe essere il mio vicino di casa che pota le siepi alle otto di domenica mattina. Una faccia così simpatica, semplice, cordiale e soprattutto ricoperto di tatuaggi (se per sbaglio gli si alza la manichina). Morale della favola: DAVID S. GOYER... TI SEI BEVUTO IL CERVELLO???
Anche la musica fa decisamente CAGARE. Un misto di house, tecno, industrial... 'na schifezza peggiore non esiste.
Un film decisamente da evitare. Si può provare a vederlo senza audio, ma forse è peggio.
Wesley Snipes non sa recitare, ma non è questo il fatto più scabroso. Ciò che mi ha tolto il sonno è la sua estrema somiglianza a Grace Jones. Terribile paragone.
La trama è banale, la solita eroina rinconglionita che si appiccica alle chiappe dell'eroe (eroe, beh, parola grossa) e al posto di starsene in un angoletto a fare l'uncinetto, rompe i coglioni. Il solito inventore deluso dal mondo, dalla società, licenziato malamente, che si mette ad aiutare l'eroe aggratis. I cattivi sono, come da regola, stupidi come la morte e ignoranti come capre. Ma non è finita qui.
Effetti speciali pessimi, come sempre, fatti col Paintbrush di Windows 3.1.
I costumi: quello di Blade sembra un corpetto per la scoliosi, io mi vergognerei ad andare in giro così.
Gli scenari: gli appartamenti di New York dei film sono tutti UGUALI. Questo film ovviamente non poteva scostarsi dalla banalità più profonda, essendo il campionario di luoghi comuni più completo mai visto.
La regia: caotica, senza senso... giusto per fare i fichi con la macchina da presa.
Il trucco: manco io riesco a fare delle cose così. I vampiri sono caratterizzati da uno spesso strato di fard bianco, di una qualità a dir poco dozzinale, nemmeno quello che si trova nel Cioè è così scadente.
La presenza di Stephen Dorff è irritante. Un uomo che non si è accorto di aver fallito e di non essere riuscito a sopravvivere agli anni novanta, diventando un clone fatto male di Johnny Depp. Anche qui si sprecano le ovvietà. E' cattivo? Allora deve avere dei tatuaggi. Tatuaggi che addirittura Totti si veregognerebbe a portare.
Ho duvuto guardarlo in tre tranche perchè proprio non ce la facevo. Mea culpa, fondamentalmente. Volevo vedere Blade 2, per cui mi sono costretta a vedere anche il primo, giusto per non perdere pezzi di trama (quale trama?). Ho perso la voglia, il secondo non l'ho ancora visto. Anche se mi uccide la curiosità di vedere un altro film di Del Toro.
BLADE: una ciofeca da evitare.
Unica nota positiva: c'è una simpatica Merda umana ad un certo punto del film (non ricordo quale, ero presa dal vortice spazio temporale che si crea guardandolo, cominciavo a sperare di stare dormendo e di svegliarmi nel 2009 in Cina). Un uomo pouf. I pouf quelli fatti a sacco, quelli che se ti butti sopra ti scaraventano a destra o a sinistra e non c'è verso di domarli. Peccato per la voce da Titty. E per averlo già visto in Seven.
Ripeto, io non so nulla di fumetti. Ma se qualcuno mi viene a dire che il film riprende perfettamente il fumetto... beh, vuol dire che anche il fumetto fa vomitare.

PS: cameo di Tracy Lords.

martedì 15 maggio 2007

[Recensione] Pearl Harbor

Non riesco a capire perchè tutti hanno sputato sopra a questo film. Non è niente di fondamentale, ma nemmeno una schifezza. Sai già come va a finire a livello generale, l'unica cosa che ti spinge ad andare avanti con la visione è sapere chi dei due protagonisti si aggiudica la gnocca di turno e se sopravviveranno all'attacco finale.
Gli effetti speciali sono ovviamente ottimi, se non ci fossero quelli, il tutto risulterebbe noioso. Mi immagino gli attori recitare davanti a cartonati e aerei giapponesi mossi da fili poco invisibili. all'inizio ho pensato che gli effetti fossero un po' plasticosi ma poi mi sono ricreduta. Michael Bay è massiccio. Riesce troppo bene a orchestrare cast numerosi e centinaia di comparse.
Ben Affleck mi è sembrato un po' ridicolo nell'imitazione dell'accento texano, troppo forzato. Ben è un attore che non mi dispiace, ma allo stesso tempo non mi sono mai preoccupata di approfondire la sua filmografia. Sbaglia costantemente ruoli, secondo me. Ha fatto una sfilza di semi-commedie idiote (non le semi-commedie idiote belle, quelle squallide), qualche poliziesco (poco credibile), qualche drammaticone (già meglio) e... Daredevil. Un film supereroico molto sottovalutato.
Hartnett almeno ha la decenza di sfumare l'accento. Joshino almeno è capace di farlo, un accento, senza sembrare una caricatura di uno spettacolo comico di categoria zeta. L'abbiamo visto fare l'inglese del nord in Blow dry, l'accento che io chiamo "MI MUM" (per motivi troppo imbarazzanti, che non starò qui a spiegare), infatti ci sono cascata in pieno credendo che fosse inglese. Da lì ho cercato biografia e filmografia e toh, non è inglese. Proprio per niente. (Sì, mi rendo conto che i miei post sono praticamente delle sviolinate a Josh Hartnett... ma va bè, saltate qualche riga).
Pearl Harbor è molto emozionante, ti colpisce un senso di impotenza, il senso di impotenza delle catastrofi cinematografiche. La paralisi dei sensi che capita anche nella vita vera, quando ci si sente come un animale davanti ai fari di una macchina, per dire una banalità eccessiva. Non puoi fare niente, non sei capace di reagire. Appunto per questo mi sono piaciute le scene ambientate in infermeria dove le donnine di turno devono arrangiarsi con qualsiasi cosa capiti sotto mano per tamponare, marchiare, salvare. I primi trenta minuti sono anche divertenti.
Per la prima volta (prima che ci pensasse Clint) viene mostrata anche la prospettiva Giapponese, trattando con rispetto e dipingendoli come altrettanto coraggiosi e strateghi. Chissà. Non voglio fare del revisionismo storico, solo revisionismo. Cinematografico.
Altra osservazione: i film di guerra sono tutti uguali. Chissà perchè. Teoria: i film di guerra sono tutti uguali perchè ci recitano gli stessi attori. Prova a favore: Josh Hartnett, Tom Sizemore, Ewen Bremner, William Fitchner recitano sia in Pearl Harbor che Black Hawk Down. Prodotti entrambi da Bruckheimer. Un po' di fantasia no?... Ci sono così tanti attori in cerca di lavoro...
Jennifer Gardner fa una piccola particina, purtroppo. Non che mi piaccia come attrice, la trovo semplicemente bellissima, anche qui con pettinatura anni '40 e occhiali da nerd. Mi chiedo: lei e Ben Affleck si erano visti e piaciuti qui o solo dopo in Daredevil?

martedì 8 maggio 2007

[Recensione] Hollywood homicide


Capita molto spesso di aspettarsi grandi cose da un film e rimanerne tremendamente delusi, per un sacco di motivi: la trama insulsa, la recitazione oscena, gli effetti speciali fatti col photoshop, il montaggio noioso, il finale troppo scontato, troppo inaspettato, intelligibile... ma è raro che si guardi un film dal quale non ci si aspetta più di tanto e rimanerne piacevolmente sorpresi. Soprattutto i film comici/divertenti. Far ridere è molto difficile, è più facile far piangere (uno dei pochi che è riuscito a fare entrambe le cose: Charlie Chaplin).
Hollywood Homicide fa parte della seconda specie.
L'ho comprato solo per proseguire la mia collezione Josh Hartnett (gli Yankees pronunciano Hartnét, à la français), ed è rimasto un bel pò nella mia videoteca, prima che mi decidessi a guardarlo. Appunto perchè mi aspettavo poco niente da un film così. Oggi ero in vena di film poco impegnati, divertenti, caciarosi e con qualche bell'omino per rifarmi gli occhi (che magai sappia anche recitare). Credo che josh sia un bravo attore, sottovalutato, checchè se ne dica nel mondo cinematografico.
La trama in poche parole: due polizziotti brocchi, ovviamente antitetici tra loro, alle prese con l'omicidio di un gruppo rap.
I poliziotti brocchi fanno sempe un pò di tenerezza, e sono molto generalmente abbastanza comici.
Uno dei motivi per cui il dvd è rimasto a prendere polvere è Harrison Ford (indovinate quale dei due poliziotti interpreta, quello giovane e bello, o quello vecchio e in rovina?). Non mi è mai piaciuto come attore (non che abbia approfondito la sua filmografia, eh...). L'unico decente è stato "Il fuggitivo", uno dei più bei film d'azione degli ultimi quindici anni.
Il film è divertente, pieno di gag assurde (non l'assurdo/surreale dei Monty Python - l'assurdo del "ricercato fugge con pedalò" o "mi litigo il taxi con la vecchietta isterica").
Josh Hartnett è decisamente divertente. Riesce ad essere convincente senza essere ridicolo, senza mai scomporre la sua faccia di bronzo (astenersi ogni commento sulle sue larghe spalle sottolineate dalla fondina, o sul suo fondoschiena particolarmente... ok, lasciamo stare).
Una nota interessante: un esilarante cameo di Eric Idle, nella stazione di polizia, se non ricordo male verso il decimo minuto. "Non stavo pagando la prostituta: ho vinto cinque Bafta, io!!!".

[Recensione] Someone like you


Durante la prima mezz’ora ho pensato, in esatto ordine, questa lista di cose:

- le battute sono estremamente prevedibili (in un paio di scene l’ho pensata esattamente come è stata detta dal personaggio in questione, PRIMA che la dicesse)

- le gag sono prevedibili, anch’esse pensate prima che accadessero, o poco efficaci.

- La trama è DECISAMENTE già vista (c’avrei scommesso una mano sul finale, e infatti… come biasimare la protagonista?)

- Ci sono un paio di trovate carine, come la suddivisione in capitoletti, i bambini che recitano definizioni o il tg che parla alla protagonista

- David Bowie sulla parete della redazione del giornale per cui lavora l’amica! Ma non sono sicura, devo necessariamente controllare!

- Ma perché la gente nei film beve così tanto caffè? A me fa vomitare anche vederlo sullo schermo.

Le sorti del film sono cambiate improvvisamente. È tutto un già visto, già sentito perché mi immedesimo nella protagonista? Le cose che accadono a lei, sono accadute a me, tali e quali. Tranne che per il fatto che non vivo a New York o che non lavoro in TV. O che non ho un collega misogino da mettere in riga che assomiglia a Hugh Jackman. Va bè, avete capito.

Ellen Barkin assomiglia tantissimo a Cameron Diaz, dovrebbero farle interpretare sua madre. Sarebbe carino per una volta vedere due parenti che si assomigliano in un film.

È una commedia romantica, e fin qui. Ci sono battute divertenti, gag, lacrime in agguato, happy ending (anche se io l’avrei girato a modo mio, creando un terzo finale alternativo – ce n’è già un altro nel dvd, anche se non cambia le sorti della protagonista). Io li avrei fatti rimanere amici. L’amicizia sì che sarebbe una rivoluzione nel mondo delle rom-com (tranne “Il matrimonio del mio migliore amico”, quanto ci rimasi male! Cameron Diaz era odiosa in quel film). È un po’ come “Orgoglio e pregiudizio”: la tizia parla parla ma alla fine il tipo se lo sposa. Bah! La coerenza non esiste più. A parte che anch’io perderei le staffe se una mattina mi svegliassi di fianco al suddetto Hugh (che verso i trentaquattro minuti mostra il suo fondoschiena – è in background ma l’ho visto lo stesso – devo fare un fermo immagine…).

Mi è piaciuta molto la protagonista, Ashley Judd. L’avevo vista solo in film d’azione e dimostra un talento nascosto nella commedia. Ma soprattutto non è una bambolona bionda riempita di botox dalle unghie plasticose. Lei almeno sembra vera. Sembra, perché è un’attrice. Quando piange tira veramente “la scafa” come diciamo noi, e non si intristisce leggermente a favore di telecamera. Tra l’altro ha un culone vero. Altro che Penelope Cruz e il cuscino di Volver.

È una mia impressione o Hugh Jackman starebbe benissimo un po’ brizzolato. Diamogli tempo, io non ho fretta (ho notato che il mio blog si sta concentrando abbastanza su begli uomini e brutte pettinature… forse dovrei cambiare nome e seguire la linea di quello che tengo su myspace…).

Tra le scene tagliate, un altro trip della protagonista, alla Ally McBeal, regina indiscussa delle paranoie, dove Harold Perrineau (il nostro Michael di Lost) ricalcando il suo Mercuzio di Romeo e Giulietta, fa da guida ad un gruppo di turisti e spiega il comportamento delle mucche in fase di accoppiamento (sembra una cosa fuori dal contesto, ma per tutto il film si parla di mucche e dei loro affari privati).

Una cosa non mi è piaciuta particolarmente: il bacio finale. Finto come le tette di (inserire pornostar a caso). Un po’ di lingua Hugh!

lunedì 7 maggio 2007

[Recensione] Dejà vu + The butterfly effect


Per una serie di motivi mi sono trovata a vedere due film simili, nello stesso pomeriggio. Ovviamente uno dei due è risultato vittorioso, l'altro, estremamente mediocre.

Ho adorato The butterfly effect. Senza particolari effetti speciali, la sua forza sta tutta nella sceneggiatura, intricata ma comprensibile. Una di quelle che richiedono uno sforzo in più quando si guarda il film, ma che non lascia interrogativi dopo i titoli di coda. Generalmente non è un pregio nè un difetto, in questo caso sì, perchè se avesse lasciato anche la minima sbavatura, il castello di carte sarebbe caduto, lasciandomi perplessa ma senza voglia di rivederlo dall'inizio (prendendo appunti). Un film da includere nella lunga lista "Pazzi scatenati".
E poi... Ashton Kutcher è così carino! Non riesco a prenderlo sul serio come attore... ma vale lo stesso discorso di James Franco "è carino, per cui chissenefrega".

Dejà-vu, purtroppo per lui, ha una svolta fantascentifica, con macchine che ti scannerizzano modello tac (ovviamente comandate da tecnici fricchettoni) e ti fanno tornare nel passato, triangolazioni di satelliti che penetrano le pareti catturando anche l'audio e interventi sulla storia poco credibili e comprensibili. Infatti non ho capito un cazzo da metà del film in poi.
Gente che dal presente riesce ad interagire col passato in diretta. Eh?!
Un cattivo cattivo dalle motivazioni deboli tipiche dei film d'azione (ma anche lui, bello bello).
Un buono senza paura e senza macchia che vuole salvare la dama in pericolo...
Decisamente banale (cerchiamo di evitare le battute sul titolo del film rispetto alla qualità del film, va').
Val Kilmer sembra un cinghiale ma lo amo lo stesso.

[Recensione] Tristano & Isotta

Non mi sono mai divertita così tanto guardando un film tragico.

Premesso: non ero da sola e con la mia amica cinefila formiamo un duo comico straordinario… Eravamo ai livelli di schiamazzi da stadio, mancavano le trombe e gli striscioni “Tristano Die die die!”

Mi chiedo: perché gli eroi sono sempre tonti, ma proprio tonti? Perché i maschi non capiscono mai un cazzo, manco se gli fai qualche schemino? No, perché loro devono sempre fare i duri e puri e poi si pentono…

Non sapevo quale fosse la storia di Tristano e Isotta, quale l’infame destino avesse diviso i due innamorati dai nomi più idioti mai sentiti, sapevo solo che questi si amavano ma succedeva qualcosa che impediva il loro Ammore.

Come ogni storia d’amore cinematografica, oltre che ad essere sfigati, questi due tizi sono anche estremamente stupidi.

Tu, Tristano, sei innamorato della promessa sposa del tuo re, che è anche il tuo patrigno super gentile e super buono, che ha un debole per te. Ma al posto di fare l’incazzoso, il geloso, musone (che tutti ti sgamano) perché non glielo dici che eri arrivato prima tu? Al massimo ti ammazza, così ci togliamo un pensiero!

Tu, Isotta, sei innamorata di Tristano, ma Tristano non vuole scappare con te, sei sposata con Rufuss Sewell (qui la mia voce si fa sentire… ma prendi a calci Tristano che ti vuole ma non lo dimostra e tieniti il bellissimo Rufus che ti ama, è il cazzo di re della Britannia ed è un super figo! Ah, ste ragazzine…).

Non ho idea di come si chiami l’attrice che interpreta Isotta, anche perché putroppo per lei, è intercambiabile con altre mille attrici dalla faccia rotonda, e. g. Julia Styles, che sembra apparire ovunque.

James Franco, pure lui, poveretto, è un po’ un attore insulso… nemmeno su Spiderman risulta convincente… è sempre incazzato, non sorride mai sto povero ragazzo… e se sorride sembra che abbia un crampo alla gamba, sempre nello stesso punto (vedi foto Imdb, tutte uguali). Almeno la natura gli ha fornito un bell'aspetto...

Nota a parte… nella prima metà del film Isotta viene chiamata Isolde (come nel titolo originale), verso metà diventa Isotta, ma verso la fine torna ad essere Isolde…

Unico aspetto positivo: Rufus Sewell, che interpreta un bel personaggio, coraggioso, valoroso, gentile e sincero, che alla fine compie un atto di generòsità inaspettata (io gli avrei tagliato la testa a tutti e due) ma che a causa della stupidità di Tristano, viene sprecata. Rufus è un attorone, altro che sti due regazzini.

martedì 1 maggio 2007

[Recensione] Bolle di sapone

E continua la carrellata di film scemi anni ottanta con Robert Downey jr! Dovrebbero istituire il Robert Downey Jr day, altrochè!

Anche questo è un film infimo da Italia 7 o peggio. Tra l'altro l'ho comprato in dvd. D'oh!

Non ho mai visto dei capelli così gonfi in tutta la mia vita (tranne forse ai raduni glam dei tempi andati). Anche come vestiario sta gente non scherzava… (le cravatte di Roberto sono le migliori mai viste - soprattutto quella con il bersaglio).

Satira sul mondo (feroce) delle soap opera, svelando meccanismi narrativi tra i quali: personaggi morti decapitati che ritornano, omicidi involontari di senzatetto, parentele nascoste, nuovi clamorosi personaggi che sembrano dei travestiti e casting di surfisti come gente del clero… Il cinema nel cinema, in questo caso, la telenovela nella telenovela, la vita che imita l’arte. Incroci di parentele a tutta birra, tradimenti, tutti che odiano tutti ma che fanno finta di no, opportunismi, esibizionismo, soldi a palate e dirigenti smanaccioni… come nella vita vera!

Divertente, sgargiante, gonfio… attori di prim’ordine come Kevin Kline, Elizabeth Shue e Sally Field. E Roberto. Ovviamente.