martedì 26 giugno 2007

[Recensioni Flash]

I Segreti Del Lago

Motivo scatenante:
Jonathan Tucker. Un giovine promettente che ha già alle spalle qualche film mattonata e una serie cancellata dall'Nbc (The Black Donnellys - SCARICATELA!). Ho un debole particolare per questo ragazzo, e adoro il suo parlare storto (leggasi: Zeppola compresa).
Trama:
Jonathan Tucker frequenta un ragazzo un po' sospetto che finisce ammazzato con un ancora piantata nel petto. La mamma Tilda Swinton viene ricattata da un malvivente particolarmente avvenente e cerca di soddisfare la richiesta (io avrei fatto finta di non avere i soldi e avrei proposto di pagare in natura... ma questa sono solo io) per non dare alla polizia il video dei suddetti che trombano. Il malvivente gnoccolone si pente.
Osservazioni:
- Il titolo è la traduzione di "The Deep End", tratto dal romanzo intitolato "The blank wall". Sembra il telefono senza fili.
- Il ricattatore (Goran + cognome impronunciabile) sembra un po' Joaquin Phoenix, e googlando ho scoperto che è uno dei protagonisti di ER. Mi sa che comincerò a guardare ER. Io ero rimasta al Dr Ross, quindi devo recuperare. E' anche nel video di Madonna "The power of goodbye", video bellissimo, dove lui e lei giocano a scacchi. Mi sembrava di averlo già visto.
- Mai notato che nei film quando i protagonisti si svegliano c'è già il giornale sul tavolo? C'è il bambino sfigato che li consegna, direte voi. Dal peggior malvivente cinematografico al riccone, dall'operaio alla Homer alla cameriera ragazza madre, gli Americani sembrano essere tutti abbonati al giornale quotidiano. A me, sinceramente, gli Americani, non mi sembrano tanto tipi da leggere il giornale tutti i giorni. No?
Piaciuto?: Nì.

Stateside

Motivo Scatenante:
Il suddetto Jonathan Tucker e il mio atavico prediletto, Val Kilmer.
Trama:
Dopo una bravata Jonathan Tucker viene mandato nei marines. Conosce una ragazzina un po' pazza (Rachel Leigh Cook) e se ne innamora. Segue il tran tran del film romantico/psichiatrico: fughe, litigate, follie varie, romanticismo sfrenato.
Osservazioni:
- Val Kilmer appare poco, ma quando appare, incanta a causa della cattiveria da fumetto dimostrata in questo film. E' senza panza e col vocione. Dieci +.
- Rachel Leigh Cook è insopportabile, si fa sempre quelli che mi piacciono. Un'altra da eliminare, anche perchè assomiglia ad un frullato di Britney Spears e Kathy Holmes.
- Carrie Fisher interpreta la mamma della vittima dell'incidente stradale iniziale e legge ad alta voce una lettera porno della figlia, per farla vergognare. Niente, a confronto della sua battuta su Scream 3 (una delle più comiche del cinema). Non ve la dico, ovviamente.
Piaciuto?: Sì. Molto.

American Splendor

Motivo Scatenante:
E' tratto da un fumetto, ma non di supereroi. Volevo vedere se dopo Ghost World un altro film sull'insulsità della vita potesse reggerne il confronto.
Trama:
L'insulsa vita di Harvey Pekar, archivista sfigato diventato fumettista e personaggio televisivo.
Osservazioni:
- c'è di tutto in questo film. Meta-cinema, meta-teatro, meta-fumetto (sempre se può esistere). Il documentario dentro al film, con l'attuale persona che fa da narratore esterno, commentando indignato "questo qui non mi assomiglia per niente".
- Paul Giamatti è bravissimo. Non mi stancherò mai di ripeterlo.
Piaciuto: Sì.

Lady Killers

Motivo Scatenante:
E' dei Coen.
Trama:
Un branco di manigoldi vuole rapinare un casinò galleggiante passando per lo scantinato di una vecchietta.
Osservazioni:
- Tom Hanks non mi piace ma qui lo promuovo. Forse per il trench bianco, forse per il pizzetto, forse perchè assomiglia a mio papà.
- Il film si fa carino dopo i 2/3. Potete sonnecchiare per i primi 40 minuti, vi do il permesso.
Piaciuto: Nì.

[Recensione] Una casa alla fine del mondo

Carino e strano, molto meglio di quello che pensassi.
Pur sapendo che la maggior parte delle volte i commenti lasciati dagli utenti su emule sono delle stronzate, offese a Dio, alle squadre, ai partiti e a qualsiasi cosa degna di essere offese, continuo imperterrita a leggerle. Spesse accade che oltre al “voto” lasciato al file stesso, la ragione primaria per cui è nata la possibilità di lasciare commenti, ci sono anche delle note sulla qualità del film. E a volte, addirittura, si scatenano battibecchi tra utenti. Me n’era capitato sott’occhio uno, non ricordo per che film, e andava più o meno così: “Il miglior film mai fatto”. Risposta: “Se questo è il miglior film non hai mai visto il film X, deficiente”. Ri-risposta:”sì, l’ho visto e mi ha fatto cagare”. “Siete degli ignoranti entrambi, guardatevi il film Y”. E via insultando.
Un commento per “Una casa alla fine del mondo” diceva: confuso.
Quando penso ad un film confuso penso ad un film d’azione con centomila cattivi, o di spionaggio internazionale dove non sai chi sta spiando chi, o altre robe che adesso non mi vengono in mente.
E’ un film che tratta molti temi, forse troppi, non riuscendo ad approfondirne nessuno, e forse per questo ti lascia un po’ insoddisfatto, ma non per questo è da bocciare.
Amicizia, amore, omosessualità, rapporto con i genitori, morte, malattia, lontananza, famiglia moderna, gelosia, insomma, la Vita.
Ambientato a cavallo degli anni 70 e 80, contiene un sacco di citazioni musicali e l’atmosfera ricreata è perfetta: il senso di “nulla è impossibile” è palpabile, la tensione sessuale, la voglia di esagerare e di ribellarsi, ma soprattutto quella di provare a fare cose mai fatte da nessuno.
Colin Farrell nella parte del panettiere timidone e sessualmente confuso sembra una scelta un po’ azzardata, ma a mio parere si rivela coraggiosa e adatta. E’ molto carino se non fosse per le sopracciglia giganti (che i truccatori hanno diligentemente applicato anche alla sua controparte bambinesca). Per metà film ha una pettinatura orribile ma grazie a Dio la protagonista femminile (Robin Wright Penn) glielo fa notare, armandosi di rasoio. Sapevo che nel film c’era un bacio omo tra Colin e l’amico (che non so come si chiama ma l’ho visto in cento film, oltre ad essere il Manny di L-word). Per chi non fosse termopilo come me e non interessato alla visione di tutto il fim, QUI lo screenshot.
Avete mai provato a giocare al giochino “Sei gradi di separazione”? Io lo faccio costantemente, sovente per addormentarmi (anche se causa ore e ore di ragionamenti che danno l’effetto contrario). Si prendono due attori a caso e si cerca di collegarli con meno di sei passaggi. Io ci provo andando a tematiche. Una casa alla fine del mondo presenta una connessione palese tra i protagonisti. Jonathan Glover, l’amico di Colin Farrel, è interpretato in versione adolescente da Harris Allan e in versione adulta da Dallas Roberts. Ora, Harris Allan è Hunter su Queer as folk e Dallas Roberts è Angus su L-word. Entrambi telefilm con tematiche omosessuali, prodotti da Showtime. Che coincidenza.
Sono solo io che faccio sti ragionamenti o c’è qualcun altro, là fuori?

martedì 19 giugno 2007

[Recensione] L'ultima profezia

Che genere di film può essere uno con queste battute? Sicuramente uno mooooolto scadente.
“Stai dicendo che abbiamo un angelo morto in frigo?!”
“Mai fidarsi di un fottuto angelo!”
“Riconosco sempre l’odore di cimitero”
“Mentre il paradiso è chiuso, l’inferno è sempre aperto. È aperto anche a Natale!”
“Questo ti farà male”
“Va’ all’inferno!” “In paradiso! E non sbagliare codice postale”
“Che cosa ami tu?” “Fracassarti la testa”
“Lo sai cosa c’è di bello in questo tipo di conversazioni? Che non dovrai mai rifarle”
“In fondo è tutta una questione di fede”
Uno comico-demenziale? NO! Un action movie à la Bruce WilliS? NO! Un mafia-movie? NO!
L’ultima profezia è bensì un thriller esoterico con la morale; l’ultima parola del film è “Umanità”. Questo dovrebbe coprire la parte “sceneggiatura”.
Per quanto riguarda la trama… Una voce fuore campo ci spiega che lassù c’è un po’ di casino tra angeli e demoni (che sono angeli rinnegati, quindi si confondono pure loro). A Dio serve un’arma più potente e manda Gabriel a succhiare l’anima di un ex nazista cannibale (che colleziona scalpi umani, yuhoo), ma viene battuto sul tempo da un (meraviglioso) angelo dai capelli rossi che nasconde l’anima nel corpo di una bambina. Gabriel quindi si lancia alla ricerca della bamboccia. Nel frattempo lascia una scia di morti sulla quale indaga un poliziotto, ovviamente con la crisi mistica. Sul cadavere di uno che assomiglia a Ozzy, trova una bibbia con un capitolo in più. Oh oh. Apre una pagina a caso e trova un simbolo che è anche la forma di una cicatrice del cadavere. Fa due più due e capisce di trovarsi di fronte alla seconda guerra angelica. Segue anche lui le tracce che portano alla bambina, ora posseduta (che racconta una storiella sui cinesi che non sanguinano come noi, simpatica). Lui ci arriva prima del cattivone e la portano dallo sciamano per farla esorcizzare. Appare Satana. Si mettono d’accordo e Satana mangia il cuore di Gabriel. Vissero tutti felici e contenti (il poliziotto si smandruppa la maestrina).
Ci sono un sacco di punti poco chiari: perché Gabriel non può teletrasportarsi nei vari luoghi invece di trovare un aiutante che sappia guidare? Perché l’angelo dai capelli rossi e Gabriel hanno lo smalto azzurro e Satana rosso? Perché hanno lo smalto, soprattutto? Perché Satana è vestito da prete? Perché i personaggi dei film si affezionano tra loro così velocemente? (dopo trenta secondi di film il poliziotto dichiara “Farò di tutto per salvare questa bambina!”) Perché gli angeli chiamano gli umani “scimmie parlanti”? Perché gli angeli appaiono SEMPRE appollaiati su un muretto come Batman? Perché i due protagonisti davanti alla visione di un cadavere impalato reagiscono come se stessero scegliendo tra due marche di tonno al supermercato?
E’ un film del 1995 anche se sembra un prodotto purissimo degli anni ottanta, visto il trucco scadente, i dialoghi imbecilli e la totale inutilità del film intero.
La mia visione però, aveva però un obiettivo. Vedere Viggo Mortensen nei panni di Satana. Appare appollaiato su un mucchio di mattoni, ruggisce (eh?!), canta un motivetto romantico (eh?!), rosicchia una rosa (eh?!). Qui la prova in motion che non l’ho inventato. Tutto sommato i suoi venti secondi di performance non gli fanno perdere lo smalto di perfezione che ha assunto nella mia mente (infatti stanotte l’ho sognato… gnam!) e il suo accento contaminato potrebbe veramente essere quello di Satana, visto che dubito che Satana abbia un accento, appunto.
Adam Goldberg è il primo aiutante di Gabriel. E chi cavolo è Adam Goldberg? È uno che ha fatto milioni di film che tutti abbiamo visto ma del non c’eravamo mai impegnati a impararne il nome.
Christopher Walken interpreta Gabriel, l’angelo con le manie di potere. Non avevo mai notato che assomigliasse così tanto al cantante degli Hardcore Superstar. E che avesse una bocchetta così carina. E un toupè, purtroppo non altrettanto carino.

venerdì 15 giugno 2007

[Recensione] Wolf creek

Molto spesso mi capita che alla fine di un film mi assalga una sensazione di vuoto cosmico e di pensare “Che spreco di tempo. In questa ora e mezza potevo andare a fare attraversare vecchiette e contribuire alla pace nel mondo. Invece mi sono dovuta subire ‘sta cagata”. Con Wolf creek è andata ancora peggio. Mi sono accorta di aver sprecato il mio tempo DURANTE il film.
Faccio un riassunto veloce per chi si fida del mio parere e magari evita di spendere soldi per una boiata simile.
Due ragazze e un ragazzo devono fare un viaggio lunghissimo e in posti isolatissimi attraverso l’Australia (dove, ci fanno notare delle simpatiche scritte, scompaiono 30.000 persone l’anno – la trama è praticamente tutta qui). Ovviamente comprano una macchina merdosa (visto che devono fare mille mila km) e cominciano a viaggiare. Viaggiano per quaranta minuti di film, nei quali suonano, cantano, fumano (te pareva), fanno benzina, la ragazza numero uno molla un bacetto al tipo, mentre l’altra non fa e non dice niente. Arrivano nel cratere di un meteorite e FATALITA’ la macchina non riparte. Altrettanto prevedidilmente arriva un ometto peloso ad aiutarli. Li trasporta in una baraccopoli dove li droga, li lega e li sevizia. La ragazza numero uno riesce a scappare e a raccattare l’amica ameba e scappano, ma l’orsetto del cuore le insegue e le fa fuori (dopo mirabolanti inseguimenti e torture - ovviamente).
Tutto ciò mi ha spinto a fare delle considerazioni, che probabilmente risulteranno banali come il film stesso. Portate pazienza.
  • ma i fan sfegatati dell’horror/thriller grandguignolesco… sono o non sono tutti un po’ scemi? Voglio dire… Tutti possiamo apprezzare un bell’horror, ma non capisco questa cosa della serialità. Gli horror sono (quasi) tutti uguali. Trame tutte uguali: un gruppo più o meno numeroso di persone ambosessi particolarmente sceme e lente di riflessi (fa anche rima) si perde/subisce un guasto/affitta una casa sperduta/si rinchiude da qualche parte. Succede qualcosa che turba l’idillio: qualcuno impazzisce/iniziano a sparire uno ad uno /vengono colpiti da una malattia/arriva l’uomo nero. Iniziano a morire piano piano. Finisce che muore il 90% della compagnia o la totalità. C’è chi ne guarda a decine, io non ci riuscirei. È come guardare lo stesso film centinaia di volte di fila. Non è che cambia il finale!
  • Ora. Quanto sei riuscita a colpire l’assassino pervertito con un colpo di fucile (al collo) e l’hai steso, al posto di dargli mazzate sulla schiena, perché non gliele dai sulle ginocchia così non si muove da lì per il resto dei suoi giorni? Oppure, perché non gli spacchi il cranio così stai sicura che non ti seguirà? Visto che gli è anche caduto di mano un coltello, perché non lo usi? Piantaglielo in un occhio, cazzarola!!!
  • Quando vedi uno che ti sta puntanto un fucile in faccia, mi raccomando, fissalo negli occhi e non abbassarti! Sia mai!
  • Perché quando una ragazza è sconvolta in un film, grida come un’ossessa, sprecando energia, facendosi sgamare dal cattivo di turno e facendoci girare vorticosamente le palle? Se io fossi l’amica sveglia, la lascerei lì. Merita una morte dolorosissima.
  • Perché le automobili non partono mai nei film? Le nostre, pure le peggiori, partono anche solo a guardarle.
  • Perché i tempi di reazione delle persone di fronte al pericolo sono sempre quelli di uno che è stato svegliato alle 4 di notte?

Tutto sommato mi sono fatta due risate. Ma a tre quarti mi è sovvenuto un particolare. Il film è tratto da una storia realmente accaduta. Ho deciso: non andrò MAI in Australia. A meno che non mi inviti Hugh Jackman a casa sua. Tiè.

PS: un aspetto positivo Wolf creek ce l’ha. Il finale. Più o meno. Danno la colpa al ragazzo sopravvissuto (anche se poi viene scagionato).

giovedì 14 giugno 2007

[Recensione] Crazy in love

Ho preso pochi appunti durante questo film. Ero inebetita dalla dolcezza dei personaggi e dal romanticismo della sceneggiatura. Ammetto che mi sia venuto il pensiero che in circostanze diverse avrei anche potuto cacciare fuori due lacrimine.
Josh Hartnett è splendido in questo film. Interpreta un ragazzo con la sindrome di Asperger, un particolare tipo di autismo che lo costringe a pensare ai numeri in continuazione. E' una specie di genio della matematica, timido e tontolone. Al gruppo di attività per persone sole, incontra una ragazza, anche lei con qualche problema.
Si piacciono, si innamorano e attraversano le varie vicissitudini delle coppie normali, ma con intensità diversa, forse maggiore.
Josh è perfetto, quasi come Leonardo di Caprio su Buon compleanno Mr Grape (insuperabile). La sua voce, già normalmente bassa e roca, qui è perfetta, sembra che faccia sul serio fatica ad esprimersi. Il fatto che sia molto alto aiuta a concepire lo stato di fragilità della sua mente e delle sue azioni.
Lei, Radha Mitchell, vista in Melinda e Melinda, è altrettanto brava a interpretare la sua sfumatura di malattia mentale, anche se il guardaroba lascia un po' a desiderare. Sono entrambi amanti degli animali e tutto il film è popolato di uccellini, iguane e conigli (ciccioni). Lui passa la maggior parte del tempo con un pappagallino in spalla.
Nel cast anche il fratello malato di Laura Linney in Love Actually. Per intenderci, il motivo per il quale lei rinuncia ad andare a letto con Rodrigo Santoro (Serse). Da manicomio pure lei.
Nel film ci sono solo due persone "normali", per poco tempo e viste come "estranee".
Il titolo originale "Mozart and the whale" è molto bello ed azzeccato, a differenza della "TRADUZIONE" italiana, Crazy in love. Giusto per confermare la nostra fama di essere insensibili e ignoranti. Mi chiedo perchè da un titolo in inglese se ne è ricavato un altro in inglese ma con diverso significato. Misteri del marketing.

PS lo screenshot è poco indicativo, ma la frase è fa ridere. Se si pensa che è una t-shirt indossata da Josh Hartnett.

[Recensione] Shaft

Un altro attore che proprio non reggo è Samuel L. Jackson. Mi ricorda un chiuaua, un chiuaua gigante. E infatti, come volevasi dimostrare, il prossimo film che uscirà con lui avrà come co-protagonista Josh Hartnett. D'oh!
Il film si apre con una sigla fantastica, cantata da Isaac Eyes, colui che doppiava Chef di South park ma che ha lasciato il cast perchè si è offeso per la puntata su Scientology (coglione!), che ti da proprio l'essenza degli anni settanta: pelle marrone, pantaloni a zampa e pettinature afro. Peccato che il film sia ambientato ai giorni nostri, ma non si capisce subito. Per almeno mezz'ora ci si casca in pieno. Non so se sia fatto a posta o sono io che sono stordita.
Credo che Shaft sia il remake di una serie di film degli anni settanta, epoca blaxploitation, Foxy Brown per capirci. Non mi sono informata, ovviamente, mi interessava solo vedere Christian Bale, perchè non riuscivo ad immaginare che tipo di ruolo potesse avere in un film poliziesco del genere.
Shaft è un detective coi controcoglioni che perde la reputazione a causa di Christian Bale, l'omicida razzista figlio di papà. Quest'ultimo picchia a morte un ragazzo di colore e minaccia l'unica testimone al fatto, Toni Collette (riunita per un'altra volta con Bale dopo Velvet goldmine). Bale è un personaggio scomodo, sbruffone, egocentrico, insomma, uno stronzo. Uno di quelli che ti fanno venire il prurito alle mani quando li incontri, e ti tocca grattarti o mangiarti le unghie, altrimenti ti metti a schiaffeggiare lo schermo al plasma. E qui mi sono detta: cavolo, Chris Bale è uno che se bucasse una ruota davanti a casa mia farei come Misery non deve morire, ma qui veramente lo farei gambizzare. Ergo, deve essere un bravissimo attore se mi fa quest'effetto. Quindi, promosso Christian Bale nell'olimpo dei grandi.
Tornando al film. Mi è venuto il dubbio sull'epoca dell'ambientazione quando hanno nominato Tupac e Tiger Woods. Sì, decisamente non erano ancora nati negli anni settanta, figuriamoci famosi.
Storia un po' così: testimone in fuga, i buoni lo vogliono, i cattivi pure, si inseguono si sparano, viene convinto a testimoniare, prendono il cattivone di turno e lo portano al processo finale.
Il montaggio è decisamente originale, a sorpresa.
Nel cast, la splendidissima Vanessa Williams nella parte della poliziotta d'assalto, anche se dopo averla vista in Ugly Betty, posso affermare che sta meglio con uno Chanel, rispetto ad un corpetto antiproiettile.
Un film non eccelso, ma mi sono un pochino pentita di non averlo comprato al supermercato a €7,90.

[Recensione] The war

Altro film poco famoso ma molto carino, nella tradizione di opere come Stand by me e, molto largamente, i Goonies (ma molto meno geniale).
Nell'estate del 1970 papà Kevin Costner torna dopo cinque anni di assenza da casa. Non riesce a tenersi un lavoro perchè soffre di stress post traumatico da Vietnam e la famiglia si mantiene a stento. Due figli, un maschio (Elijah Wood undicenne) e una femmina, sono impegnati a loro volta in una guerra senza esclusione di colpi contro i pargoli di un'altra famiglia, con la quale si disputano il territorio e la casetta sull'albero. Da qui il titolo The war, parallelismo tra le due situazioni belliche, in due mondi completamente diversi, ma forse neanche tanto.
Se il film fosse stato incentrato solo sui bambini, sarebbe stato molto più carino.
Kevin Costner è uno di quegli attori che mi stanno sull'anima a pelle, senza un motivo particolare, per cui, meno lo vedo, meglio sto. Qui è oltremodo fastidioso perchè ogni tanto ha delle crisi e costringe il figlioletto ad ascoltare il racconto della morte del suo commilitone e tutti i vari piagnistei per averlo lasciato nella giungla morente. Infatti i flashback di guerra sarebbero da editare e cancellare per sempre. Intepreta un uomo di 34 anni ma putroppo per lui, non ci crede nessuno.
Fatto incredibile per un casting cinematografico: i due fratellini si assomigliano un pochino, hanno entrambi i due denti davanti un po' allargati. Vista la recente mania hollywoodiana (e non solo) di farsi rifare i denti, speriamo che Elijah continui a tenerseli così.
I film sui bambini sono generalmente sempre belli, anche quando gli sceneggiatori mettono loro in bocca parole che non direbbe nemmeno Confucio, figuriamoci un undicenne impubere. Le crudeli sfide che intraprendono sono decisamente divertenti, e quando si sfiora la tragedia, non si può fare a meno di trattenere il fiato.
Il film ha a che fare anche con altri temi, come il razzismo e l'ignoranza; il primo viene affrontato in una scena bellissima dove la bambina di colore risponde per le rime ad una maestra spocchiosa e ipocrita.
La voce fuoricampo della bambina ci guida nel film, e stranamente funziona. Anche la colonna sonora vintage aiuta a dipingere il polveroso quadro di un'estate nel Mississippi.
E' un film molto triste, preparate i fazzoletti.

[Recensione] 28 giorni

A volte capita di non riuscire a fare due+due con le facce degli attori, soprattutto quelli che non vengono investiti di paparazzate modello Brangelina o che non si ubriacano mostrando la patata ogni venerdì sera. Io, sinceramente, preferisco quelli che si fanno gli affari loro, evitano i commenti pubblici a fatti o persone e che se proprio vogliono drogarsi e fare sesso selvaggio, lo fanno nel privato delle loro abitazioni. Questo per introdurre la constatazione che in 28 giorni recitano una decina di attori “hey-ma-questo-l’ho-già-visto-da-qualche-parte?”, “come-cavolo-si-chiama?”, “ma-questo-non-è-quello-che-faceva-il-poliziotto-su…?” e via discorrendo.
Intanto c’è Sandra Bullock, che mi è indifferente ma almeno non mi crea disgusto.
Poi c’è Dominic West, visto in 300 (la merda umana, Therone), in Mona Lisa smile (merdaccia pure lì), Chicago (interpreta una testa di cazzo, tanto per cambiare).
C’è Alan Tudyk, simpaticissimo, visto mille mila volte, sempre a fare lo scemo, come in Il destino di un cavaliere (uno degli scudieri), Dodgeball (il Pirata!), Cuori in Atlantide, Wonder boys…
C’è Elizabeth Perkins, la grandissima Celia di Weeds (telefilm CONSIGLIATISSIMO), e mamma di Elijah Wood in ben due film a distanza di più di dieci anni (Try seventeen Aka All I want e Avalon), o la celeberrima Wilma Flintstone.
C’è Steve Buscemi e c’è Viggo, che ufficialmente il mio nuovo amore (visto che ho esaurito le filmografie di tutti gli altri).
Il film è un polpettone moralistico sul "bere fa male", "la droga è cacca" ecc... ma almeno ci sono così tanti attori bravissimi che ce ne freghiamo.
Sandra è un’alcolizzata. Combina dei casini al matrimonio della sorella e la mandano in comunità. Qui soggiornano i suddetti personaggi: Steve Buscemi lo sponsor, Viggo l’erotomane drogone giocatore di baseball ecc. Una carrellata della miseria umana, infarcita di banalità sociali e psicologiche (la rivalità tra sorelle, la mamma alcolizzata…).
Tutto sommato guardabile, anche se tristolino. Mi aspettavo almeno un po’ di lingua tra Sandra e Viggo ma invece niente… l’alcol fa VERAMENTE brutti scherzi.

PS il film NON è in bianco e nero. L'ho messa solo perchè si vedevano i calzini di Viggo. Faceva ridere.

mercoledì 13 giugno 2007

[Recensione] Intrigo a Berlino

Qualcuno mi aveva detto che Intrigo a Berlino non era gran chè. Forse la stessa mia amica talpa che mi dà le dritte su cosa vedere (abita all'estero e lì arriva quasi tutto prima). A me, è piaciuto tantissimo invece.
Non sono appassionata di film vecchi di spionaggio o mattonate sulla guerra, in bianco e nero. E' lo stesso discorso che faccio quando mi dicono:"ma perchè ascolti Bublè e non Sinatra?". Nei film vecchi gli attori sembrano tutti uguali, maschi e femmine. Non riesco a distinguerli l'uno dall'altro e questo crea un bel casino nel seguire la trama. La storia, i fatti, non mi interessano e all'epoca nessuno aveva pensato che le storie dovessero effettivamente essere interessanti per catturare il pubblico, perchè il pubblico, ci andava lo stesso al cinema. Indipendentemente dal film.
Intrigo a Berlino è un film vecchio per tutti questi motivi, ma l'idea che ci sta dietro è vincente. Un bel giorno Soderbergh si sveglia e si dice "visto che le sto provando un po' tutte, perchè non provo anche a fare un bel film old school con tutti gli accorgimenti del genere?". Come modello prende Casablanca, uno dei film più inflazionati di sempre e ci ricama sopra questo Intrigo a Berlino. Come protagonista femminile prende la sempre perfetta Cate Blanchett, brava nel fare accenti, e personificazione della femme fatale come si deve (l'unica attrice moderna degna di questo ruolo, a mio avviso - infatti ha preso l'Oscar per l'interpretazione di Katherine Hepburn). Come protagonista maschile prende l'unico che prende da anni a questa parte, George Clooney. Come antagonista cattiverrimo maschile chi prende? Sorpresa sorpresa... Spiderman. E tutti giù a ridere. No, sul serio. Penso sia la sua performance migliore. Dovrebbe continuare con questo genere di ruoli, gli da spessore e credibilità. Una parte per niente facile, nonostante il labile confine con la cattiveria da cartone animato. Non ho mai visto un cattivo così senza scrupoli (di solito nei film il cattivo ha sempre il background traumatico che gli fa acquistare punti per entrare in paradiso). E' maschilista, picchia gli storpi, le donne e pure il suo superiore. Manca solo che rubi le caramelle ai bambini e il ritratto sarebbe stato perfetto. Un personaggio meraviglioso, secondo me, raramente si vede una cattiveria così pura, così disgustosa, eppure così vera e poco cinematografica. Non puoi sapere cosa gli passa per la testa. Tutto ciò per soli 26 minuti, poi lo ammazzano. La sua performance vale tutto il film.
La ricostruzione delle atmosfere fumose di un film d'epoca è semplicemente perfetta, a partire dalle musiche. La storia è sufficientemente coinvolgente, quanto basta per farti crescere la curiosità per il finale e sapere chi è stato ad ammazzare il cattivo (altra cosa strana inun film). Ripeto, i primi ventisei minuti di furia cieca valgono la visione.
Curiosità per i fan di Lost (non c'entra ma fa fico): l'amica di Cate Blanchett è la sorella col cancro di Juliet (o Calamity Jane su Deadwood).

giovedì 7 giugno 2007

[Recensione] Chopper


Il 99% delle volte che guardo un film, mi aspetto qualcosa di diverso da quello che è in realtà. Una trama migiore o peggiore, attori più o meno capaci, una diversa durata o addirittura un diverso genere. Ciò accade soprattutto perchè testardamente ascolto i pareri di chiunque e mi rimangono in mente anche quando sono in piena visione. Ne vengo influenzata? Nì.
Mi condiziona l'umore di visione, ossia... se qualcuno mi dice che un film è una cagata mi accingo a vederlo magari un po' svogliata, giustotantoper. Se comincia a piacermi, bene, se non mi piace, allora diventa insopportabile, perchè mi rimprovero il fatto di non aver ascoltato il parere. Se invece mi piace, me lo dimentico seduta stante. Ovviamente vale anche il contrario. Se un film riscuote pareri positivi ma durante i primi cinque minuti mi sta già sulle palle, mi chiedo in che condizioni psico-fisice poteva averlo visto l'amico e lo cancello dalla rubrica del cellulare (scherzo, OVVIAMENTE).
Ecco perchè Chopper è stato una delusione totale. Figo qua, figo, là... io sinceramente l'ho trovato noioso e spento.
Mark Chopper Read è un pazzo. E', presente, perchè è una persona che esiste veramente e che ha fatto sul serio tutte quelle cose lì (inclusi i best seller e i programmi televisivi comici - questo il suo sito ufficiale). E se ne vanta. Un po' come rubare le caramelle ad un bambino e farsi fare una statua.
Comunque sia, Eric Bana è un figo. Per preparsi al ruolo si ha vissuto quattro giorni interi a contatto con il vero Chopper e l'interpretazione è perfetta. Però non c'è altro. I dialoghi sono decisamente noiosi (un Tarantino avrebbe fatto faville) e la fotografia è sterile e buia. Il doppiaggio è a dir poco ridicolo (forse addirittura peggio di quello di Eragon... qui lo dico e qui lo nego). La trama praticamente non esiste, ed è molto confusa a causa delle numerevoli ellissi.
C'è la solita patina di equilibrio tra lucidità e follia, ma dopo aver visto Natural Born Killers, tutto diventa sfocato nei suoi confronti. Hanno inserito alcuni momenti velocizzati, molto banalmente, come metafora dello sniffare cocaina. Viva i clichè.
Chopper si è veramente tagliato le orecchie, qui su youtube ne fa una drammatizzazione modello Ultimo minuto.
Lo consiglio solo ai fan di Eric Bana, un papino di famiglia, gentile e tenero, con le orecchiette sporgenti, potrebbe essere un volto Disney. Devo ancora vedere Hulk però. Ora che l'ho visto con le orecchie mozzate, tatuato, insanguinato, pieno di cicatrici, faccio meno fatica ad immaginarmelo VERDE.

martedì 5 giugno 2007

[Recensione] Il signore degli anelli - Trilogia

Dopo anni di battaglie interiori (la vedo? No! Ma devo! Ma chissenefrega! Ma daiiii!), sono riuscita a vedere la trilogia del Signore degli Anelli.
Mi sono preparata: ho raccolto i capelli col mollettone, pulito gli occhiali, preso la busta maxi gigante di M'n'm's, acqua a volontà, blocchetto per appunti. Ovviamente non li ho guardati di seguito, ho fanno innumerevoli pause e sono passate ore tra un film e l’altro. Va bè nerd, ma non così tanto.
Ormai chiunque ha detto la sua, ma la migliore resterà sempre la versione di Kevin Smith.
Il primo l'avevo visto al cinema (nel giorno di uscita, il Gazzettino mi ha anche intervistata...) e una volta a casa. Del secondo, avevo visto i primi dieci minuti, ma ho spento appena in tempo, prima che mi venisse voglia di suicidarmi. Il terzo, buio totale. Più che una recensione è un resoconto dei fatti.

PRIMO FILM – La compagnia dell’anello:
- Vengono creati 19 anelli distribuiti in giro ai buoni del mondo; il cattivo di turno, Sauron, una specie di Voldemort, ne vuole uno per sè, e giustamente, visto che non glielo danno, se ne fa uno da solo. L'anello ha una volontà propria, come i calzini dopo qualche settimana che giacciono sotto al letto. Questo gioiello passa per le mani di Isildur (che non si capisce chi sia, ma ha una spada che si chiama Narsil - rotta) e finisce in fondo al fiume, dove viene recuperato da Gollum, una creatura indefinibile, che se lo tiene per 500 anni. Finisce "nelle mani della creatura più improbabile che esista", cioè un hobbit, Bilbo Baggins. Sì, gli hobbit sono creature decisamente particolari, visto che sono tutti ricci, bassi e pelosi. E con i piedi grandi, ma questo può essere un vantaggio, visto che si narra che gli uomini dai piedi grandi, siano, ehm, proporzionati.
- Il film si sposta a Hobbit-landia. Gli hobbit sono creature curiose e rompicazzi, si infilano sempre nei posti sbagliati combinando guai. Come dei bambini, ma estremamente irsuti. Arriva Gandalf, che allieta la festa di compleanno di Bilbo (che in realtà è d'addio, visto che lascia la gatta da pelare a Frodo). Se ne va e Frodo è costretto a scappare con l'anello, perchè improvvisamente Voldemort lo rivuole. Altri tre hobbit, Sam, Pipino (forse un'anomalia nella regola suddetta) e Merry gli si appiccicano al culo e partono insieme.
- Galdalf va a trovare il vecchio amico Saruman a Isengard, che in realtà è una merda umana, perchè collabora con il cattivo supremo. Imprigiona Gandalf e lo riempie di botte. Gli hobbit si recano in un pub, dove si mettono nei casini e vengono salvati da un supergnocco di nome Granpasso (VIGGO WE LOVE YOU), dimostrandoci che non solo sono mezzi uomini, sono anche mezzi cervelli. Vanno a Elfolandia perchè Frodo è stato ferito (falsa morte n°1). Nel mentre, incontrano Arwen, l'elfa che se la fa con il salvatore, che muove le acque come Mosè. Elrond, il re di Elfocity, riunisce il G8 per decidere che cazzo fare della patata bollente. Si scopre che Granpasso (ovviamente non poteva essere un nome vero, troppo ridicolo) è il discendente dello sfigato con la spada rotta, erede di Gondor e che si chiama Aragorn (molto più elegante di Granpasso) - un colpo di scena molto soap opera. Decidono, sorprendentemente, di distruggere l'anello gettandolo nel vulcano a Mordor. Partono in nove (1+3 hobbit onnipresenti, 1 elfo (Legolas – uno vestito con un premaman di ciniglia marrone e che ogni tanto si gira a favore di camera e recita un haiku), 2 uomini (Aragon e Boromir - uno molto antipatico), 1 nano (Gimli – il quale cerca di fare il simpatico ma non fa ridere neanche i sassi) e Gandalf. Bilbo consegna a Frodo Mitril, una barbuta elfica superluccicosa (per la serie, non poteva dargliela PRIMA che venisse colpito?).
- Cominciano finalmente il viaggio. Passano per Nanolandia, Moria (dove la legge 626 non ha valore), gli abitanti sono tutti morti, uccisi dagli orchi. Rimangono intrappolati pure loro, combattono un po' di orchi, Gandalf dapprima spaventa duemila creature ignobili con una lampadina (non poteva farlo prima?) poi cade nel buco infernale (falsa morte n°2) e tutti sono molto tristi. Meno uno.
- Riprendono la passeggiata. Capitano a casa di un'altra creatura lunare col french manicure (Galadriel) che fa vedere delle cose a Frodo in un catino, si incazza, dà in escandescenze e se ne va. Se gli hobbit sono tutti ricci, gli elfi sono tutti biondi Versace. Il cattivone Saruman fa quello che fanno i cattivi nei film, fanno discorsi incoraggianti ai loro sudditi idrocefali. La compagnia dell'anello si da alla voga-longa e subito dopo Boromir cerca di rubare l'anello a Frodo. Frodo se ne va, inseguito dall'amicone Sam (mi chiedo: Frodo può andare in bagno da solo o Sam gli tiene pure il pisello?), Boromir muore. Sono tutti molto tristi. Meno due. Gli altri due hobbit rompicazzo vengono rapiti dagli orchi, il resto dei viaggiatori insegue gli orchi.

SECONDO FILM: Le due torri
- Dopo un brevissimo Previously on... tipo telefilm, Frodo e Sam camminano e mangiano focaccia genovese secca. Gollum, che li seguiva e che si da del "noi" come il papa e la regina Elisabetta, li apostrofa con "sporchi, piccoli, ladri": per la serie, senti da che pulpito viene la predica. Frodo si incazza (finalmente) e lo minaccia con la sua spada di nome Pungolo (ahah). Visto che Gollum conosce la via, se lo portano dietro al guinzaglio, mentre la cretura si lamenta come una donna con le mestruazioni. Gli altri due hobbit rapiti viaggiano in prima classe sulle spalle di schifezze puzzolenti, verso Isengard.
- Staccano su Rohan, dove c'è un intermezzo tra un vecchio bavoso arteriosclerotico (il re Theoden), un sosia di Ville Valo e un altro tipo, parente dell'anziano individuo (Eomer, apparentemente). Quest'ultimo viene cacciato da corte, incontra gli orchi che hanno rapito gli hobbit, li ammazza e li brucia. Si imbatte nei nostri, ai quali dice che non ha visto nessun hobbit. Sono tutti molto tristi (falsa morte n°3). In realtà gli hobbit sono scappati giusto in tempo verso la foresta di Fangorn, dove pure gli alberi camminano, infatti, passeranno il resto del film in groppa ad un albero logorroico. Galdalf in realtà non è morto spiaccicato ma si è in qualche modo liberato, ed è finito su una torre. Beautiful ci fa una pippa.
- Sempre seguendo Gollum, Frodo e Sam sono nelle paludi, e il primo cede sempre di più al lato oscuro. Gli altri arrivano dal summenzionato re arteriosclerotico, lo liberano dall’incantesimo, abbandonano Rohan e vanno verso Helm, dove c’è un fosso e vi progettano un assedio. Viggo fa sogni erotici, con un pigiama molto ambiguo. I due hobbit, quelli che non sono a cavallo di una pianta, vengono “rapiti” da un termopilo supersite (chi capisce, capisce). Si scopre che costui è il fratello di Boromir, merdaccia come il defunto. Aragorn cade nel dirupo (ma noi sappiamo che nel Signore degli anelli i dirupi non sono fatali - Falsa morte n°4) e tutti sono molto tristi. Si preparano alla battaglia. Aragorn torna. Combattono per il resto del film, vincendo grazie all’intervento degli alberi che allagano l’esercito nemico. Frodo cerca di uccidere Sam, ma si ripiglia e vagano ancora per le terre desolate. Gollum fa finta di collaborare e decide che è venuto il momento di riprendersi il suo gioiello.

TERZO FILM: Il ritorno del Re
-Flashback: Gollum in precedenza era chiamato Smeagol ed era un simpatico omino che andava a pescare. Si scopre che non era stato lui a trovare l’anello, ma un suo amico, che ammazza prontamente. Scappa e viene divorato dal potere dell’anello (e dai sensi di colpa). Si torna nel presente e Frodo, Sam e Gollum, sono ancora in viaggio. Nel frattempo gli altri arrivano ad Isengard, dove regna l’albero logorroico, dopo aver rinchiuso Saruman nella torre. Pipino trova una balla da bowling nel fosso, Gandalf gliela leva di mano facendolo rimanere molto male. Fanno festa (Aragorn ha una mezza tresca con una bionda). Pipino si reimpossessa della palla e ha delle visioni: scopre che Sauron vuole attaccare Minas Tirith e sviene. Viene creduto morto, sono tutti molto tristi (falsa morte n°5). Gandalf si reca a Minas Tirith per avvisarli del pericolo ed esce che Gondor e Rohan si stanno un po’ sul cazzo a vicenda. Arwen nel mentre, ha crisi mistiche, desidera la maternità e convince il padre a riforgiare la spada rotta.
- Gandalf e Pipino arrivano a Minas Tirith. Il re non c’è più da secoli, al suo posto c’è Denethor, un coglione con smanie di protagonismo che è fatalità il padre di Boromir e Faramir (buon sangue non mente). Per qualche motivo non vuole accettare Aragorn come erede al trono, e non vuole nemmeno mandare una richiesta d’aiuto prima dell’attacco. Gandalf manda Pipino ad accendere la fiaccola sulla torretta, così Theoden sa che deve partire con la cavalleria. I due hobbit in viaggio verso Mordor, litigano a causa di Gollum, e Sam si separa da Frodo (per ben venti minuti). Elrond ha finito di ricostruire la spada, le da un nuovo nome, Anduril (o qualcosa di simile) e suggerisce di andare a chiamare i morti delle montagne. Legolas, Gimli e Aragorn ci vanno (Aragorn manda in bianco la bionda) e questi accettano. Faramir viene ferito e suo padre (che ormai si è bevuto il cervello) lo crede morto (falsa morte n°6) e lo vuole bruciare vivo. Ovviamente Pipino non si fa i cazzi suoi e va a chiamare Gandalf che salva il giovane, prendendo a remate il vecchio. Gollum attira Frodo nella tana del ragno gigante che lo avvolge nella bava (Sam torna e lo crede morto – falsa morte n°7). Sam è molto triste. Gli orchi lo portano nella torre. Sam gli va dietro e lo salva, sbaragliando cinque orchi (dimostrando una capacità inedita). Gollum cade nel burrone (falsa morte n°8).
- L’attacco a Minas Tirith comincia, Legolas pensa di essere in Florida e surfa sulla proboscide di un elefante OGM, Aragorn libera i morti dal pegno antico, Merry si crede morto (falsa morte n°9). Frodo e Sam proseguono verso Mordor ma tra loro e il vulcano ci sono diecimila orchi. In città lo sanno, e cercano di distrarre gli orchi, scatenandoli su di sé. Frodo e Sam arrivano nel vulcano, torna Gollum che stacca il dito di Frodo con un morso e cade nel cratere. Sauron esplode. Vissero tutti felici e contenti? Troppo facile! Avanzavano ancora dei soldi! Gandalf li va a prendere con delle aquile giganti. Frodo si risveglia a Minas Tirith. Aragorn viene incoronato re, si slinguazza Arwen. Frodo torna a casa e gli viene la sindrome della Guerra del Golfo. Sam si sposa, procrea. Bilbo e Frodo se ne vanno dalla Terra di mezzo. Sono tutti molto tristi, ma soddisfatti.

La storia è quello che è, ma la regia è obbrobriosa. Caotica, non sai mai dove si sta svolgendo l'azione (cosa non facilitata dalla toponomastica troppo assonante), chi è morto, chi è vivo. Pallosa, ripetitiva (ogni volta che succede qualcosa filmano la reazione di TUTTI i presenti), praticamente uno spreco di corrente. Adesso che mi sono subita queste nove ore di film vorrei vedere i making of, l'unica cosa che mi interessa veramente, se ci sono perle come questa.
Per gli scettici (come me) ecco come sarebbe dovuta andare la storia.

lunedì 4 giugno 2007

[Recensione] Dear Wendy


Da qualche parte avevo letto che Dear Wendy era "un Fight club con le pistole".
Mi sono immaginata duelli, roulette russa a go-go, sangue a secchi e cadaveri che sembrano scolapasta. Niente di tutto ciò. Io amo le sparatorie, ma in questo film non sparano un cazzo, tranne nell'epica scena finale, dove si ri-crea un'atmosfera decisamente da far-west, buoni contro cattivi. Anche se i confini sono un pò labili tra le due fazioni che si sfidano.
Un gruppo di ragazzi crea un club segreto di amanti delle pistole: le studiano, le puliscono, costruiscono proiettili, studiano la balistica e si esercitano su pannelli di ferro.
La cosa è un pochino morbosa ma niente di sconvolgente. Al post del club della poesia o di quelli che si vestono di nero, questi tizi studiano le armi. Si autodefiniscono con un ossimoro: "pacifisti armati".
Lo so che è fatto apposta perchè vogliono fare i fighi, però la qualità da filmino delle vacanze è un po' deludente. Oh, a me piace vedere i peli del naso degli attori.
Il film, nel complesso carino, è un po' debole nella costruzione verso la catastrofica scena finale, ma se consideriamo che è stato scritto da Lars Von Trier, allora è un capolavoro per i suoi standard. E' diretto da qualcun altro (il regista di Festen) ma spesso e volentieri rende omaggio all'autore, facendo dei richiami a Dogville e sicuramente ad altre cose che non ho visto.
Il protagonista è il regazzino di Billy Elliot, che io avevo notato in Nicholas Nikleby ma non avevo fatto due+due (sono una sega in matematica). L'altra faccia conosciuta è Bill Pullman, che fa il poliziotto amicone.
Un film senza luogo e senza tempo, un po' anonimo. Mi chiedevo: ma sto film, è mai uscito in Italia?
Se il destino di questo film fosse stato nelle mie mani avrei estremizzato la componente morbosa, aggiungendo un po' di sesso adolescenziale con qualche pistola di mezzo, magari un paio di litigate tra i ragazzi, insomma, qualcosa che rendesse più teso e piccante il polpettone.
Un altro quesito: il ragazzo è orfano di madre, il padre lavora in miniera. Hanno una domestica. La cosa non mi torna più di tanto. Di solito quelli che lavorano in miniera non è che guadagnino tantissimo, no? Forse nel mondo dei sogni di Von Trier, dove la gente in fabbrica canta e Nicole Kidman si fa violentare dal primo che capita, i minatori guadagnano un sacco.

[Recensione] La ragazza con l'orecchino di perla

Welcome to Suina-landia!
Per colpa di questo film dobbiamo subirci Scarlett Johansonn in tutte le salse... attrice, cantante, presentatrice, pseudo designer di scarpe da ginnastica... a quando la candidatura a Presidente degli Stati Uniti? Che palle!!! Ci siamo stufati di vedercela propinare ovunque! Prima non se la filava nessuno... Suina al macello!!! Speriamo che prima o poi si dia al teatro sperimentale afgano... Purtroppo, la tizia si infila sempre in film che voglio vedere e che magari poi mi piacciono (quindi rivedo) e sono costretta a sopportarla a denti stretti. Vedi Ghost world, The Prestige, Scoop, Black Dahlia, Ghost world (slinguazzandosi ogni volta, irrimediabilmente, l'attore che mi piace)...
Diciamocela tutta, io non la trovo bella nè sexy nè figa, ma questo è un aspetto relativo. Non esiste però che qualcuno mi venga a dire che è una brava attrice. Da qualche parte ho letto la descrizione perfetta delle sue abilità recitative,qualcosa del tipo "la Suina si limita a fissare intensamente l'interlocutore e a socchiudere la bocca"... cioè, se questa è recitazione, allora sono un'attrice anch'io visto che lo faccio ogni sera mentre mi schiaccio i punti neri davanti allo specchio.
Basta parlare della Suina. I media ne parlano anche troppo, basta col trend.
Ovviamente avevo un sacco di pregiudizi nei riguardi di un mattone con la S.... ma dura solo un'ora e mezza e quindi potevo sopravvivere. E poi ero troppo curiosa di vedere Colin Firth capellone.
L'immagine di apertura del film mi ha colpita, l'ho interpretata come un brutto presagio. Una cipolla. In realtà il film è molto carino e visualmente molto ricco. Ogni scena sembra un quadro (ma va?! è un film che parla di Vermeer...) e le ambientazioni sono stupende...
Per i primi quindici minuti cercano di presentare il personaggio del pittore come uno da temere, che non ama avere gente attorno, ma appena appare, con la faccia facciosa di Colin Firth, non ci crede più nessuno.
Se uno googla cercando immagini del film, ne compaiono solo una manciata e sono tutte uguali: la Suina e Firth che si tocchignano... ma non è così. I due in questione si SFIORANO le dita una volta e lui le buca l'orecchio. TUTTO QUA. Niente sesso selvaggio dietro a paraventi di velluto, nè storie d'amore appassionate, scoperte e denunciate da una spia bastarda.
Lei è la servetta, lui le vuole fare un quadro (nel mentre le spiega i segreti più reconditi della pittura e lei, in trenta secondi netti impara a mescolare i colori, la prospettiva, l'uso del chiaroscuro, il tono su tono). La moglie si incazza e loro lo devono fare di nascosto. La figlia bastarda glielo dice e lei viene licenziata.
Presenza che illumina il film è Cillian Murphy (te pareva, interpreta il suo fidanzatino), sempre benvenuto. Peccato per il capello biondo finto alla stregua di Alexander o Legolas. Infatti sembra un elfo che ha sbagliato film.
La S. sembra inoltre affetta da una sinusite pazzesca... grazie a Dio parla poco, ma respira pesantemente, praticamente russa da sveglia.
Ovviamente nel film ci sono i soliti clichè: la suocera avara e burbera che poi collabora, la bambina puttana e gelosa, il pittore sempre serio e misterioso, il mecenate porco smanaccione, la serva invidiosa e stronza.
Ripeto... pensavo molto peggio. E forse è un bene che la storia tra i due (sempre se si può chiamare così) si limiti a qualche sfioramento e poco altro, sarebbe stato molto più banale se lui se la fosse ravanata.

PS in realtà è tutto un giallo... dove sono finite le sopracciglia della suina? E perchè sembra una malata di cancro? Oppure è alopecia? O bronchite? Dr House aiutaci tu!