lunedì 17 dicembre 2007

[Recensione] Halloween 20 (H20)

Tralasciando la solita tiritera di “non sono appassionata di horror/slasher/thriller/quello che è” e andando subito al punto: se sulla faccia della terra non esistesse una creatura simil divina come Josh Hartnett, probabilmente, questo film, oltre al fatto di non possederlo, non l’avrei nemmeno mai sentito nominare. E con questo concludo l’introduzione, e le volte che sentirete nominare Josh Hartnett, visto che non mi rimane nient'altro da vedere. Grazie a Dio, voi penserete.
Dopo vent’anni Mike Meyers torna per uccidere la sorella, Jamie Lee Curtis, che con un trucco intelligentissimo era scampata al massacro: si era finta morta come un opossum; ora sposata, divorziata, alcolizzata e farmaco-dipendente, preside di un liceo prestigioso e mamma di Josh Hartnett (casting perfetto).
Dopo un paio di omicidi inutili e creativi (un regazzino viene ammazzato con un pattino da ghiaccio infilato in faccia) giusto per farci capire chi sono i buoni e chi è il cattivo, Mike, grazie alla coglionaggine del tipico personaggio da film horror (“C’è qualcosa di strano…corro a vedere! Ovviamente disarmato!”), in questo caso la guardia all’entrata della scuola, riesce ad entrare nel complesso e ad ammazzare due dei quattro bambocci rimasti a scuola durante il week end del campeggio, tra i quali Josh e la morosetta suina (Michelle Williams pre-divorzio). Corri corri, scappa scappa, riescono ad arrivare a casa della madre (che nel frattempo stava per fare un bel colpo con il fidanzato - il quale viene sventrato praticamente subito), per poi salire in macchina e precipitarsi verso la salvezza tanto agognata. Ovviamente lei deve chiudere la faccenda una volta per tutte e scende dalla macchina per imbracciare una mannaia e correre incontro a Mike Meyers, che non si decide a morire, nonostante sia stato colpito da pallottole, accoltellato, investito con il SUV e alla fine decapitato.
La solita porcata horror-catena di montaggio, con i soliti cliché: i poliziotti incompetenti e particolarmente sordi, la solita donna isolata nel nulla senza nemmeno un cellulare, i soliti ragazzini senza spirito di iniziativa… insomma… le solite braccia rubate all’agricoltura.
Povero Josh. Io mi vergognerei di avere in curriculum un film così. Ma come sempre, a certa gente gli perdoniamo tutto.

lunedì 10 dicembre 2007

[Recensione] Amore senza confini - Beyond borders


Clive Owen come medico senza frontiere è un conto. Angelina Jolie come volontaria in Africa, è decisamente un altro.
A parte la premessa fantascientifica, la trama sembra essere dipanata nel titolo stesso: “Amore senza confini”. Al momento di scrivere queste parole, non ho ancora visto il film, quindi, faccio delle proiezioni. Loro due si conoscono, si amano, ma sorgono dei problemi (logistica? guerre? malattie? Esplosioni di botox?). I finali possibili sono due: vanno in pensione in Costa Azzurra e si amano per tutta la vita o uno dei due muore di polmonite, anzi, meglio, malaria.
Comincio.
Una donna suona il pianoforte; è vestita di nero, con un filo di perle (un sottile indizio sul tenore di vita): la identifichiamo come Angelina Jolie dopo che una carrellata si sofferma, guarda caso, sulle sue leggendarie poppe. Una voce fuori campo, la sua, ci informa che lei è lì e lui è lontano (ma dai?) e comincia a raccontare della sera in cui si sono conosciuti.
Ci spostiamo in una sala da ballo (è un evento benefico) dove gli elegantissimi presenti ballano scatenati al ritmo di “Should I stay or should I go”. Per farci capire il gap temporale, Angelina indossa una parrucca da battona, modello Mia Wallace. Semmai gli astanti fossero stati distratti durante il passaggio, appare anche la scritta 1984. E gli occhi di Clive Owen si intrufolano di prepotenza nell’inquadratura. *sospiro* (anche se il frammento di per sé era completamente inutile). Con sé ha un bambinetto di colore e gli parla in una lingua africana.
In un paio di minuti si capisce che Angelina si è sposata da poco con un sosia di Tim Roth (che a fine film mi è sovvenuto chi fosse… il papà di Bruce Wayne in Batman begins), il quale è il figlio di un riccone caritatevole: ecco spiegato l’evento. Inoltre, ci informano che lei ha una sorella peculiare (che senza Sfigatto e Ben Stiller alle calcagna, avevo faticato a riconoscere), che non vede i genitori da tempo e che in teoria ama il marito molto molto molto.
Un po’ di trambusto precede l’entrata di Clive Owen, che, indignato dal ritiro degli aiuti per il suo campo in Etiopia, è lì per fare un po’ di fracasso (che soluzione intelligente!). Nel frattempo Angelina viene scaraventata a terra (ma tanto ha l’airbag. Che battuta gratuita, mi stupisco di me stessa!) ed emana sospiri di sorpresa e di partecipazione sentita alle questioni poste dal medico (ma dove viveva questa, prima?) e con gli occhi lucidi sicuramente si sta già facendo un film in testa (Sposata io? Un errore giovanile!). La dimostrazione continua e lei si mette addirittura a piangere dalla tristezza. Arrestano Clive e cercano di deportare il bambino, ma lui si nasconde dietro ad un’automobile, scappa e muore. Clive esce di prigione, la cauzione è stata pagata da un uomo appartenente a qualche associazione che vuole corromperlo per poter entrare in Etiopia. Clive, duro e puro come sempre, rifiuta. Angelina si sveglia e sentendo alla tv della morte del del ragazzo, ne rimane talmente sconvolta che in un pomeriggio prepara un piano per la salvezza di mezza Africa, convince il marito a raccattare soldi per attuarlo e corre in Etiopia, vestita come se andasse ad un tea party, compese zeppe di corda. Mentre il convoglio procede nel deserto, si getta dal camion in corsa per salvare un bambino da un’oca assassina (io ero rimasta ai pomodori assassini, le oche mi mancavano). Una rivolta popolare attacca il convoglio, Angelina viene catapultata per terra (e due!) ma Clive arriva e salva tutti con il suo savoir faire figliodiputtanesco. Vestito come Indiana Jones. Lei è già fremente al pensiero della sua mascolinità ma lui è ovviamente troppo occupato da questioni più importanti per cagarla. Quanto resisterà al suo fascino? Altri quindici minuti?
Lui continua a prenderla a pesci in faccia dandole della viziata, ragazzina, improfumata, tutto ciò mentre sta facendo un’operazione a torace aperto in una catapecchia. Un po’ come nei nostri ospedali. Lei si affeziona al bambino moribondo e cerca di curarlo ma naturalmente non sa da che parte prendere. E lui la tratta male. Mi chiedo che cosa farà scoppiare l’amore in quest’ambientazione apocalittica degna di un generico film horror zombesco.
Continua a non cagarla fino a che non la sente suonare Schumann (un pianoforte è comparso nella tendopoli, utilissimo ad alleviare la sofferenza dei trentamila abitanti moribondi) e la va a trovare in tenda. In molti meno dei quindici minuti da me pronosticati.
Il bambino attaccato dall’oca sanguinaria riesce a sopravvivere e Clive è decisamente caduto nella trappola della bellona. Con la scusa di portare dei travel’s cheques a Clive, Angelina lo va a trovare in tenda (testarda!) e le rifila qualche discorsetto moraleggiante e depressivo della serie “Non chiamo le persone per nome così quando muoiono soffro di meno”. Lei se ne torna a Londra, senza aver battuto chiodo.
Nel 1989 la coppia felice ha ora un bambino rompipalle e non è più tanto felice, visto che lui ha perso il lavoro (e il padre non è più riccone come prima). Lei lavora per le nazioni unite e riceve la telefonata di un tizio che lavorava con lei in Etiopia. Mentre torna a casa senza avvisare, trova il marito con una ex collega, che sembrano essere stati sorpresi sul più bello. Il tizio, che ora lavora in Cambogia, le dice che c’è un carico di aiuti da accompagnare e lei, dopo essersi informata sulla salute di Clive (se è vivo buona, se è malato figurati se vado a trovarlo, magari mi prendo qualcosa), si offre volontaria (marpionazza!).
In Cambogia, Clive si è impelagato con il corruttore di inizio film: tra la crisi, tra l’impegno di salvare vite umane si è dovuto arrendere al denaro. Quando si incontrano, entrambi hanno gli occhietti a cuore e non vedono l’ora di rimanere un secondo soli soletti. Quando stanno per consegnare il carico, il colonnello stronzo di turno gli fa aprire le casse e all’interno ci trovano delle armi, binocoli e istruzioni pratiche. Clive spergiura che non ne sapeva nulla ma viene picchiato e colpito in faccia con una bacchetta telescopica (ahia!). Come se non bastasse lo prende a calci pure lei e unendosi al coro di sputi. Litigano perché lei si sente tradita nella sua purezza umanitaria ma lui ha le sue buone ragioni per contrabbandare armi per conto della CIA.
Arrivati a destinazione, quelli che aspettavano le armi rimangono a bocca asciutta e si incacchiano ferocemente dando la colpa a loro, uccidendo un paio di persone (compreso il tizio simpatico dell’Etiopia - in un film di guerra, più sei simpatico e gentile, più possibilità hai di morire-). Dopo aver trasferito l’accampamento, inseguiti dai rossi nemici, Angelina fa la sua mossa speciale ormai collaudata: va a trovare in tenda Clive per consolarlo della morte dell’amico. Si sa come reagiscono gli uomini di fronte a queste cose: o ti ignorano o ti saltano addosso. Ovviamente qui si propende per la seconda (altrimenti il film non regge) e la frittata è fatta. In mancanza di vie di fuga come “Devo dare da mangiare al gatto” oppure “Domani mi devo svegliare presto” dopo il sesso cominciano a farsi delle domande personali e dei discorsetti sulla sfiga umana: “Tutti quelli che mi stanno vicino muoiono, vattene! Il tuo posto è con la tua famiglia!”.
Altra elissi. Londra 1999. La famiglia si è allargata (c’è una bambina in più) e Angelina è diventata ambasciatrice dell’UNHCR. Mentre tiene un discorso ad un pranzo di beneficienza si autoemoziona e se ne va, lasciandolo a metà. Convince la sorella (all’inizio giornalista di quart’ordine, ora inviata speciale) a cercare informazioni su Clive, che ora è in Cecenia, perché sa che si trova nei guai (sei ambasciatrice di una commissione dell’ONU e devi servirti di qualcun altro per cercare informazioni su un volontario? Per quale motivo?!). La sorella scopre qualcosa e lei fa le valige nel bel mezzo della notte, lasciando un biglietto al marito, che però la sgama durante la fuga e le fa venire i sensi di colpa (ma neanche tanto).
Dopo aver visto Angelina nel deserto, nelle paludi e in città, la vediamo ora col colbacco, evidentemente giunta in Cecenia. Dopo un attacco di una qualche banda armata, Clive è sparito, probabilmente rapito, quindi con poche possibilità di sopravvivere.
Angelina riceve la visita del contrabbandiere della CIA che le dice di avere delle conoscenze sulle montagne, per portarla da Clive (visto che lui è troppo codardo per andarci, mica perché gli fa pena). Il medico viene tenuto legato in una baracchetta in un bosco spelacchiato e quando lei arriva, cominciano a bombardare la zona (che culo). Durante il caos, mentre lui è ancora mezzo svenuto, lei gli confida che la figlia è sua (che notiziona da Beautiful). Riescono a scappare dalla baracca ma la banda li insegue. A dieci metri dalla tendopoli della Croce Rossa, sparano a lui e mentre lei scappa, mette il piede su una mina, che esplode. Di lei rimane solo un po’ di terra abbrustolita mentre lui sopravvive.

PS: Lettera aperta a Clive Owen. Perché non accetti il ruolo di Bond? Ti prego!!! Siamo stufi di Gollum!!!

giovedì 6 dicembre 2007

[Fun] La lista delle liste...3

Parole chiave in totale: 121
Parole chiave che c’entrano con il blog (anche vagamente): 77 (presa molto larga, includendo cose tipo “Sosia Daniel Craig” (orrore e raccapriccio) o “frasi Constantine”).

I PERVERTITI
(compresi assassini potenziali, gerontofili, illetterati e masturbatori seriali)
I migliori:
culone finto alla penelope cruz nel film volver (vedi, a essere troppo magre…)
sosia di ville valo (a dir poco disgustoso… non ne bastava uno, no?)
amare il culo (… potrebbe essere il titolo di una rivista “Amare il culo” in edicola ogni quindici giorni!)
donne sechisi (SECHISI?!)
figa alle bahamas (mi raccomando, solo alle Bahamas! NON alle MALDIVE, NON alle Seychelles! SOLO alle Bahamas, altrimenti non mi viene duro!)
mogli mostrano fica (abbasso le single, abbasso le divorziate! Viva le mogli!)
padrona con tacchi a spillo e frustino (questo si commenta da solo)
porno trailers violenti (questo è timidino, vuole solo l’assaggino, mica il film intero!)
ragazze che scoreggiano video clip (…)
immagini vecchi mostrano la figa (Capisco se fossero vecchiE, ma vecchi che la mostrano… mi sembra molto ma molto difficile)
sesso a manetta (a manetta!)
sharone stone fica foto (in ritardo di 15 anni)
cavallo aragon nel signore degli anelli (so io cosa vuole fare al cavallo, questo!)
foto da piccolo di ben affleck
Il vincitore: orlando bloom pisello
Honorable mention: un pervertito tra noi filme italiano (filme?)

I VAGHI:
cinema like you
film comico due poliziotti 2007
film orfano (povero film, senza i genitori! Sigh!)
film scena negozi liquori
lista attori cinema (tutti?)
lista film porno italiano
lista telefilm americani anni 70 genere fantasia
liste film
telefilm con tematiche (che tipo di tematiche? Tutte?)
sam mikaela
pearl psicologo

GLI AMANTI DEI CAPELLI FLUENTI:
jack black stempiato
jude low stempiato (Low? Ma povero!)
pettinature anni settanta
rodrigo santoro alopecia
fabri fibra stempiato

QUELLI PROPRIO FUORI STRADA:
presentatrice delle pillole giorno e notte
comprare funghi allucinogeni su internet
dealer messicani
disattiva il servizio video dr. house di tim

GLI INTELLIGIBILI:
sacco pouf storia
"fard bianco"
"il cane tibetano"
eva contro eva amicici film
fil il lattaio
frasi funghi folletti
film wolf park

L’ESPERTO DI GOOGLE DEL MESE:
catch and release + susannah grant + 2007 + recensione

IL VINCITORE DI "IMBECILLE D’ORO" DEL MESE E':



quando un gatto fà la cacca puzzolente cos'è