venerdì 24 aprile 2009

[Recensione] Ultimatum alla terra

Chi mi conosce sa che la fantascienza non è il mio genere, ma che se voglio, riesco a impegnarmi e a fare i compiti per casa.

Meno di due minuti dall'inizio e già fioccano le considerazioni sul cast:

- c'è Jaden Smith, il bambino che nessuno avrebbe mai preso in considerazione neanche per uno spot della carta igienica, se non fosse stato figlio di Will Smith

(l'hanno preso per interpretare il protagonista del remake -bestemmia!- di Karate Kid, lungimirantemente chiamato "The Kung Fu Kid" - spero sia uno scherzo).

- c'è John Cleese. Proprio oggi leggevo il capitolo di The greedy bastard diary di Eric Idle dove dice che John Cleese è apparso in più film con il numero 2 nel titolo, di ogni altro attore... e già questo mi fa tremare). 

- c'è anche Kathy Bates, che per ogni Revolutionary road, infila quattro Insieme per caso.

Nel 1928 (non si sa perchè), durante una feroce tempesta di neve, un Keanu Reeves barbuto si avventura fuori dalla sua precaria tenda da campeggio dell'Ikea per fare non si sa cosa in mezzo al nulla. Piccona di qua, piccona di là, appare una PALLA TURCHESE, GIGANTE e SBERLUCCICOSA, dalla quale noi comuni mortali staremmo ben lontani, ma il prode Keanu, cosa fa? La prende a picconate.

Drammatica inquadratura di Keanu che si riprende dallo svenimento (?). La palla è scomparsa.

Ci spostiamo a Princeton, oggi. Jennifer Connelly è una batteriologa (naturalmente gnocca da paura) che insegna ad un gruppo (filmicamente parlando) eterogeneo di studenti, attenti e preparati (ricordo che è un film di fantascienza).

Il figlio di Will Smith ha i capelli più brutti di tutta l'umanità e dovrebbe essere abbattuto. In questo spreco di pellicola (o di spazio virtuale) difficile da chiamare film, è il figliastro della vedova Jennifer Connelly. 

Visto che l'FBI la va a prendere a casa (con quarantasei SUV e ventiquattro motociclette) e lei non fa una piega, capiamo che deve essere la massima esperta in batteri alieni, alghe lunari o microorganismi presenti solo ad Arcore. Raramente in un film il personaggio principale chiede perchè l'FBI l'abbia prelevato da casa nel bel mezzo della notte, e ancora più raro è che l'organismo in questione DIA SPIEGAZIONI immediate.

Scaricano la Connelly nella pancia di un aereo militare, insieme a quelli che scopriamo essere scienziati di vario genere. Vengono recapitati da qualche parte dove Jon Hamm (avessi un conferenziere così per le mani io... altro che Monica Lewinski... taccio, perchè potrei dire cose poco eleganti) con vari giri di parole inutili, ci dice che un oggetto non identificato (ma va?) colliderà con la terra tra 78 minuti, e contro ogni probabilità che finisca nell'oceano o nel deserto o dove nessuno se ne accorgerebbe mai, finirà dritto dritto sopra... MANHATTAN. Appare un utilissimo e drammaticissimo countdown (sempre pronto per un'eventuale armageddon o discesa degli alieni).

Panico (contenuto, però... sia mai che qualcuno mostri delle doti attoriali). 

L'oggetto non identificato non spiaccica l'isola, ma rallenta convenientemente, effettuando un perfetto parcheggio a esse.

I coraggiosi (li mandano avanti con la frusta...) scienziati dotati di una comodissima tuta da Ris, di un materiale tra il nylon del sacchetto dell'umido e l'eternit, si appropinquano all'oggetto, che riconosciamo essere la palla turchese dell'inizio. Truppe incazzate, fucili spiegati, cecchini sui palazzi, si mettono tutti in posizione. Non si capisce bene cosa succede, c'è nebbia (evidentemente si sono teletrasportati in una valle bergamasca a novembre). Ne emerge una creatura antropomorfa color argento e viscida come Valentino Garavani. I militari sparano (prima si spara, poi si indaga). Arriva la versione gigante e metallica della cosa (la mamma inferocita, probabilmente), un incrocio tra il dottor Manhattan (senza pene blu) e Magneto, che rimane lì impalato.

Trasportano la creatura ferita al pronto soccorso e dopo mezzo millisecondo di dubbio sulla sua fisiologia, attaccano tubi, sensori, defribrillano, operano, tagliano. Arriva il canonico "MY GOD, WHAT IS THIS?" particolarmente legnoso del chirurgo, che toglie talmente tanta roba gelatinosa che salta fuori un uomo adulto nudo, imberbe, appiccicoso e anoressico (vomito).

L'essere immondo viene messo in incubatrice, si sveglia, e vestito e ripulito, è magicamente diventato Keanu Reeves (senza barba ma con le unghie lunghe) (ri-vomito).

Nel frattempo, il solito panico in borsa e tra i capoccia del governo americano (Kathy Bates è la versione bianca di Condolezza Rice).

Gli scienziati scienziano, la segretaria dialoga con l'alieno (che ovviamente parla inglese) su questioni etiche: "La terra è nostra", "No, è nostra" e via così, come all'asilo.

Decidono di drogarlo (intelligentissimi come sempre) per fargli confessare tutti i piani per distruggere l'umanità, ma l'impietosita scienziata gli inietta un finto siero della verità. Devo dire che la legnosità di Keanu ben si addice al ruolo di alieno senza espressione, modello post-botulino.

(questo fumetto la dice tutta)

Lo attaccano ad una macchina della verità ma in qualche modo telepatico, manda in tilt i cervelli di chiunque si trovi nei paraggi e riesce a scappare. Dove va? In una stazione del treno a caso. Da una macchinetta (sempre telepaticamente) estrae un tramezzino (ecco la prova che è un alieno, nessun umano mangerebbe una cosa del genere presa da una macchinetta). Entra in bagno (prova numero due della sua alienità - non conosco nessun terrestre che si è mai recato in un posto così inesplorato e pericoloso).

Il mondo va in panico ancora di più, si parla di fine de mondo (io auspicherei per una semplice fine del film, ma siamo a malapena a metà).

Keanu sanguina da un capezzolo (?) e si ricongiunge con la dottoressa (che si porta il figlio appresso -  io l'avrei "dimenticato" in autogrill).

L'uomo gigante si riattiva e lo bombardano (naturale).

Keanu e la bella vanno da Mcdonald's e in mezzo secondo e lei gli spiattella tutti i suoi problemi matrimoniali come se fosse il suo migliore amico gay.

Keanu deve ancora mutare espressione facciale... non ha un muscolo che si muove in tutto il volto, mi stupisco che sbatta le ciglia (solo ogni tanto, parcamente).

Cosa fa l'esercito americano nel frattempo? Si porta via l'uomo gigante completo di zolla d'erba e lo rinchiude in uno scatolone.

Il trio sosta in un bosco (povero alieno, non può fare neanche pipì in pace che la donna curiosa lo segue). Una palla simile a quella già vista emerge da uno stagno, spaventando numerose rane e altra fauna acquatica inerme. Tutte le palle del mondo (ce n'erano altre, mica solo una, troppo facile) si "attivano" (anche le nostre, che roteano vertiginosamente) ma non succede niente, praticamente tanto fumo e niente arrosto (giusto uno spreco di effetti speciali).

Il bambino si lamenta e rompe le palle (quelle metaforiche, non quelle aliene). 

Finalmente Keanu spiega cosa vuole da noi, e cioè ucciderci tutti perchè il pianeta sta morendo ed è colpa nostra. L'unica cosa che lei riesce a dire è un "Possiamo cambiareeeee", come se fosse una litigata tra fidanzati.

Alieno, dottoressa e pargolo vanno a casa di John Cleese (che ha un premio Nobel appeso in salotto). Si unisce al coro del "Possiamo cambiare".

I militari intanto tentano (naturalmente) di aprire con la forza l'uomo gigante, perchè non capiscono un tubo di cosa sia e neanche di cosa sia fatto (ovvio, se non si sa cos'è... si distrugge).

Arrivano gli elicotteri e rapiscono la donna mentre litiga col bambino, che strepita per attrarre l'attenzione dell'esercito (simpatico "come ciuciar un caenasso rusene"). Il rompimaroni viene lasciato con l'alieno, che lo salva dal cadere dentro ad un fiume attraversato da un ponte fatto di tavole marce (tutti ne abbiamo uno in giardino).

Dove viene tenuto il mega-robot, si sviluppano delle mosche, che si moltiplicano, sdoppiandosi, giusto per aggiungere un po' di verve a questo pasticcio immane (mancano solo gli orsi polari e un galeone nella giungla).

La dottoressa si è già montata la testa e pensa di essere l'unica in grado di far cambiare idea all'alieno.

Le mosche corrodono il macchinario e anche l'operatore, che viene lasciato dentro alla camera blindata a morire, senza che nessuno batta un ciglio di moralità. Il robot si auto-polverizza e distrugge tutto (ma ovviamente nessuno si stupisce).

L'esercito (sempre molto acuto) spara (molto utile, contro una nube corrosiva).

La dottoressa e i due si riuniscono tutti nel cimitero dove il padre del bambino è sepolto, ma non prima di avergli fatto una tirata filosofica sulla morte e la sua irreversibilità e sulla trasformazione e sul potere, e via così di banalità in banalità.

Tornano a New York verso la palla primaria e sfondano un posto di blocco (immancabile nei film di questo genere, intrattenimento a poco prezzo: due tavole di legno fracassate e via...).

L'alieno entra nella nube, tocca la sfera, la terra si ferma (ecco il significato del titolo originale - quello italiano, ovviamente l'hanno scelto un gruppo di scimmie ubriache) e finisce questa atrocità di film.

Si sa che a Guantanamo fanno ascoltare heavy metal per ore ed altissimo volume ai prigionieri per farli confessare. Secondo me gli fanno vedere questa cagata. In loop.