giovedì 6 maggio 2010

[Recensione] Hancock


Per me Will Smith è, e sarà sempre, il Principe di Bel Air.

Può anche vincere un Oscar per l'interpretazione di … (inserire nome di persona di colore pseudo famosa con biografia strappalacrime), ma la mia opinione non cambia.

Sicché quando è uscito Hancock, me ne sono strafregata. Quel qualcuno che mi ha detto "E' un film di supereroi… ma diverso!" pensava forse di farmi venire voglia di andare a vederlo, ma evidentemente quel giorno avevo di meglio da fare, come raschiare le rane morte dall'asfalto.

Però mi sono ritrovata per le mani il dvd doppio. L'extended cut. Extended di ben nove minuti (e che cazzo mai succederà in questi benedetti nove minuti, da meritarsi l'inclusione nel divudi - dividi per i puristi-?).

Mah.

Il film comincia con un inseguimento classico all'americana. Macchinoni che volano e mitragliette che vomitano proiettili a caso, manco fossero petali di rosa alla comunione del cugino di terzo grado.

Un ubriaco, sporco, puzzone, maniaco sessuale (ovviamente il nostro eroe) viene destato dal suo dolce russare su una panchina, da un bambino sboccato, che gli fa notare l'inseguimento in corso.

Questi si alza di malavoglia, si scaccola e, bottiglia in mano, parte in un volo supersonico in competizione con polli e aerei vari.

Approda nella macchina dei cattivi (orientali) e cerca di convincerli con le buone (più o meno) a desistere. Gli sparano (l'unica cosa sensata che avrebbero potuto fare).

Naturalmente i proiettili non gli fanno un baffo, ma lui si arrabbia perché gli hanno distrutto la bottiglia di alcol e comincia a giocare con la macchina come se fosse uno yo yo (dando ai malcapitati dei giapponesi - brutto, sporco, affetto da alitosi e pure ignorante - siamo messi bene - e questo dovrebbe essere il nostro eroe, quello con cui dovremmo immedesimarci? Ma per favore.).

Fa pure nove milioni di dollari di danni. Non sarebbe stato più semplice lasciare stare quei poveri mafiosi cino-giappo-filippo-coreani si guadagnassero la pagnotta?

Ha pure le groupies che lo molestano. Povero imbecille illetterato.

Taglio ad una riunione cinematografica di alto livello, dove Jason Bateman, che naturalmente interpreta uno sfigato, fa una figuraccia con i capoccia delle industrie farmaceutiche. Esce dalla riunione e intrappolato nel traffico con l'auto, si fa quasi investire da un treno.

Ma Hancock lo salva causando un deragliamento, un ingorgo e una folla inferocita, a momenti coi forconi e le torce.

Il povero sfigato se lo porta a casa, manco fosse un gattino bagnato, presentandogli la famiglia e la moglie supergnocca e offrendosi come PR (che ragazzo scaltro).

Dopo trenta secondi di musichina triste, scene miserabili e il semi-pestaggio di un bambino, accetta.

Comincia la parte del training e del convincimento a non bere, non bestemmiare, fare il bravo. A diventare un'altra persona, insomma.

Per premiarlo dell'onestà, lo mettono in galera e in terapia (dove naturalmente rimane per poco senza combinare disastri).

L'amico PR lo convince a rimanere, così il pubblico, una volta in bisogno, si sarebbe reso conto dell'errore.

Nel frattempo continuano le lezioni su come diventare una principessa (ops, film sbagliato) e lo strano rapporto con la superbionda, che non si capice perché lo guardi così di traverso.

Gli fanno un costume, ma ovviamente preferisce la mise da reduce del Vietnam beone, piuttosto che indossarla (si lamenta, ma la indossa lo stesso).

Arriva il momento in cui la polizia lo chiama e lui non si fa attendere, armato di buone intenzioni, una rasatura (una di quelle cinematografiche che fanno la differenza) e la nuova tutina da gay anfetaminico attillata.

Arriva il confronto con il rapinatore capo Satana in persona, ma tutto si risolve per il meglio (tranne che per il rapinatore), e le persone che prima l'avrebbero scuoiato con un pelapatate arrugginito, ora lo applaudono. Così diventa una celebrità, modello Angelina Jolie pre-nidiata.

Si cerca di approfondire le origini del supereroe, ma a causa di un'amnesia avvenuta ottant'anni prima, non si ricorda una teglia. E' così e basta. Non che ci interessassero.

Will Smith e la bionda si baciano e lei lo scaglia attraverso il muro della cucina (un'altra supereroa!), per poi minacciarlo di non dire niente al marito.

Nel frattempo i cattivi cospirano.

Lei e lui si confrontano, ma scatta la rissa, che si trascina in giro per la città. Tanto mica pagano loro. Si scatena pure una tempesta, per la gioia del dipartimento effetti visivi (bisognerà dare lavoro anche a loro).

Lei gli dice che sono fratello e sorella e che per tremila anni lei l'ha sopportato. Cosa riescono a fare un po' di kajal e una tutina nera attillata per una casalinga disperata! Il litigio continua ma il marito li sgama in atteggiamenti equivoci e diventa molto triste. Lei piange (le femmine piangono sempre, anche se dotate di forza sovrumana, si sa).

La rissa si estende al terzo incomodo e lei confessa che in realtà sono marito e moglie, e che gira e rigira sono fatti per stare insieme. Ovviamente non lo dice così direttamente, ma con un giro di parole insulso.

Hancock sventa una rapina, ma la crisi esistenziale si fa sentire, e delle pallottole lo feriscono. La brutta notizia è la seguente: visto che sono stati creati in coppia, devono stare sempre così, perché i loro poteri si annullano, affinché possano vivere da normali. Logico, no? Sento l'orribile rumore delle unghie degli sceneggiatori che si arrampicano sugli specchi.

Seguono scene tristi di confessioni lacrimose e patetiche.

Arrivano i cattivi che prendono a fucilate la tizia. Lui spacca tutto e lancia gente dalle finestre, cosa che ha fatto per tutto il film, senza soluzione di continuità, anche se fino a prova contraria i suoi poteri erano affievoliti al massimo. Boh, a quanto pare vanno e vengono, perché lo pugnalano e lo prendono a estintorate in faccia.

Defribrillano lei, si elettrizza anche lui.

Finalmente il povero Jason Bateman tira fuori i testicoli e annienta il cattivo supremo, l'unico non volato giù da una finestra.

Lui e lei (sì, come la coppia di asciugamani) sembrano crepare all'unisono (oh, che romantico), ma (purtroppo) lui si rialza e se ne va, così lei rinviene (musica trionfante).

Un mese dopo, lei sta ancora con il maritino sfigato, Hancock è sulla luna, dove ha disegnato il logo che il povero cretino ha cercato per tutto il film di appioppare a varia gente danarosa, ma restia a fare beneficenza.

Perché questo film? L'amore ti rovina? Amare fa male? L'avevamo capito migliaia d'anni fa, senza l'aiuto del Principe di Bel Air e di una manciata di sceneggiatori strapagati (anche se gli hanno dato un panino e una birra, è comunque troppo, per quanto mi riguarda).