giovedì 20 settembre 2007

[Recensione] Casino Royale

Un paio d’anni fa, quando hanno annunciato l’attore che avrebbe interpretato il prossimo Bond, sono andata immediatamente a cercarmi la sua faccia su internet, visto che non l’avevo mai sentito nominare. Daniel Craig, un sosia di Gollum, con la personalità di un bulldog e la grazia di John Merrick. E giustamente non ero l’unica ad avere delle reazioni di disgusto di fronte alle sue foto. Internet era in rivolta. Tutti a protestare per la scelta, a sottolineare il fatto che questo qui non aveva nessuna delle caratteristiche proprie di James Bond. Lo confesso, non sono un’amante di 007, non ne ho mai guardato uno intero, il personaggio in sé non mi attira (ora ho ancora meno ragioni). Ma allora, perché mi sono imbarcata in quest’epica avventura di vedere Casino royale? Beh, ovviamente, sono responsabili i miei ormoni da serial-zitella. Il super cattivo è interpretato da Mads Mikkelsen, un uomo bellissimo che ridefinisce il concetto di zigomi taglienti (non è una battuta, anche se sembra). Una creatura talmente vicina a Dio che lacrima sangue (anche questa, non è una battuta). Poetico. Un cattivo per eccellenza, che non muove un muscolo facciale neanche se gli fai il solletico, e con la cicatrice d’ordinanza in un qualche posto visibile anche dallo spettatore più distratto. Com’è che tutti i cattivi ce l’hanno? Tutti padroni di gatti furiosi o parenti di lanciatori di coltelli maldestri? Chissà, forse perché il cliché comanda che se uno è cattivo deve essere anche brutto, ma a me, oh, le cicatrici arrapano assai.
I primi tre minuti di film servono a stabilire che il protagonista è sempre lo stesso agente giocherellone e furbo, con un forte senso dell’umorismo, del tipo che ti fa la battuta e ride da solo. Le prime immagini ce lo mostrano come ogni bulletto delle elementari che si rispetti, che picchia la sua vittima designata ficcandole la testa nel lavandino. Il tutto si svolge a Praga per nessun motivo evidente, forse solo quello di fare gli sboroni e confonderci le idee.
Ci spostiamo a Mbale, Uganda, dove LeChiffre (sono a corto di vezzeggiativi per il divino Mads Mikkelsen, lo chiamo col suo nome, anche se si scoprirà più tardi come si chiama) molto minacciosamente, va a ritirare un bel gruzzolo di denaro da un terrorista africano a caso.
Ci trasferiamo in Madagascar (perché in Madagascar non si sa, poteva benissimo essere uno stato africano a caso, anche quello di prima, tanto non se ne sarebbe accorto nessuno) dove il Nostro eroe dall’espressione annoiata insegue uno a caso per otto minuti, arrampicandosi su grattacieli in costruzione, rubando scavatori dai vetri antiproiettile (tutti li hanno, al giorno d’oggi non si sa mai), librandosi in aria tra gru alte trenta metri che manco Batman ci riesce, scagliando la pistola ormai scarica addosso all’avversario (come insegna il buon vecchio Enrico Toti) e, come ciliegina sulla torta, facendo saltare in aria il consolato di non si sa che nazione. Ma non è tutto: la parte peggiore è la ramanzina che gli fa il capo (una Judi Dench SPRECATISSIMA). Però lui la sa lunga e tutto l’inseguimento costato milioni di dollari alla produzione, qualche cellula celebrale a me, serviva per prendere il cellulare di uno che apparentemente costruiva bombe, e per vedere l’ultimo messaggino ricevuto (non hanno preso esempio dai nostri politici spioni, tsè, principianti).
Dopo un doverosissimo e fugace tetta-culo inspiegabile al tramonto, cosicchè non appaia gratuito ma artistico, LeChiffre, che oltre ai condotti lacrimali che perdono ha anche l’asma, trama qualcosa alle spalle del mondo, insieme a dei giapponesi (sono dappertutto!).
Bond, dopo essersi intrufolato a casa del capo per accedere al suo computer, rintraccia il luogo da cui è stato spedito il messaggino del povero bombarolo… guarda un po’ le Bahamas. Perché non è mai Dolo, provincia di Venezia? Dopo un altro assaggio di simpatia e sagacia del nostro protagonista deforme, in men che non si dica, scopre chi è il mittende dell’sms che naturalmente l’aveva mandato stando in piedi, in buona luce e sorridente davanti alla telecamera principale dell’ingresso del super hotel esclusivo.
Bond adocchia una bellona sulla spiaggia, che ovviamente è la moglie dell’autore dell’sms, che la tratta pure male. 007 gli vince un’Aston Martin del ’64 a poker, gli spupazza la moglie e lo segue a Miami. Routine.
A Miami insegue il borsone del povero scemo che ha perso l’automobile, passato nelle mani di uno sfigato a caso (che probabilmente sta ancora continuando a farsi le seghe al pensiero di aver avuto ben 10 minuti di screen time nell’ultimo Bond). Costui è un attore italiano dalla faccia di bronzo (non nel senso che è uno simpatico che le spara grosse, bensì immobile, come il suddetto metallo). Lo segue all’areroporto, dove si rincorrono, si picchiano, si sparano, saltano su camion diretti verso l’aereo più grande del mondo per farlo esplodere, ma… l’agente più fortunato del pianeta, riesce a fermare tutto in tempo. La polizia lo scambia per il terrorista, lo arrestano ma lui, furbastro, aveva messo la bomba in tasca al terrorista vero, che si fa saltare in aria come un coglione. Bye bye Santamaria.
Torna alle Bahamas dove M, il capo, gli dice che LeChiffre è uno che usa i fondi terroristici per giocarli in borsa, ma visto che l’aereo più grande del mondo non è esploso, lui ha perso tutto. Indipercui, deve rivincere tutto giocando a poker, in Montenegro. Bond quindi è costretto a partecipare per non far vincere il guerrafondaio (se la trama era già abbastanza pretestuosa, qui viriamo sulla fantascienza). Sul treno che lo porta in Montenegro (dalle Bahamas?) incontra la ragioniera topa, che ovviamente lo prende subito a male parole (più lo trattano male, più probabilità hanno di portaselo a letto dopo). Arrivano nel prestigioso albergo dove si svolgerà la partita (trovando una macchina super accessoriata piena di gadgets, che poi si vedrà a cosa servono). Giancarlo Giannini è il suo complice e informatore. Inizia la partita, lui perde un sacco di soldi perché crede di aver sgamato il tic di LeChiffre che indica il bluff. I terroristi africani dell’inizio, fanno un imboscata a quest’ultimo perché si sono accorti che i loro fondi sono scomparsi. Bond salva tutti come sempre, ma la topa è sconvolta perchè ha visto un paio di cadaveri e lui la consola, ciucciandole le dita per toglierle il sangue da sotto le unghie (ma lui, non era quello che non provava sentimenti neanche per sua nonna?).
Tornato al tavolo di gioco, si accorda con uno dei giocatori (che era della CIA) ma LeChiffre lo avvelena. Il nostro simpaticissimo eroe, in preda ad un arresto cardiaco, si reca alla macchina, dove, via telefonino, riceve le istruzioni per auto-riavvivarsi, infatti uno dei gingilli dell’auto è un defibrillatore portatile. Prova a farlo funzionare, non va, e sviene. La Bond girl di turno arriva e da esperta defibrillatrice, lo salva. Lui si cambia la camicia e torna a giocare, come se niente fosse. E vince tutto. Però capisce che qualcuno l’ha tradito, infatti parte all’inseguimento di LeChiffre che ha rapito la topa. Si cappotta con l’auto e rapiscono pure lui, mettendolo a sedere a culo nudo su una sedia senza fondo. Il cattivo dagli occhi di ghiaccio lo tortura dandogli botte sulle palle con una corda, senza mai perdere la sua caratteristica eleganza. Arriva uno e lo uccide (sigh!).
Bond si risveglia in ospedale, dove la ragioniera gli fa delle avances e tutto sembra andare per il meglio. In realtà mancano ancora ventiquattro minuti alla fine del film e di sicuro lei non sopravvive tanto da finire nel sequel. Si amano e vogliono passare la vita insieme (io ero rimasta che Bond era una testa di cazzo maschilista) e in barca a vela si recano a Venezia, dove, in Canal Grande fanno fatica a passare i vaporetti, figuriamoci una barca a vela. L’idillio è destinato a finire, perché lei lo frega di brutto, prelevando la vincita del casinò e sparendo con la valigetta. Lui che è uno furbo, se ne accorge subito e la segue. Visto che manca poco alla fine deve succedere l’apocalisse conclusiva e dopo una sparatoria in un chiostro, l’inseguimento con i cattivi porta al crollo di un palazzo sul Canal Grande, che apparenemente è tenuto a galla con dei sacchi d’aria. Lei annega e lui fa finta di non essere triste.
Allora. Mi piacciono molto i film d’azione, solo che non sopporto quando l’azione in sé non ha senso. Esplosioni a caso, sparatorie lunghissime e insulse, eroi che non muoiono mai e cattivi da fumetto sono cose che non sopporto. Questo Bond è ciò che un film d’azione non dovrebbe essere. Ha una trama che non regge (perché sfidare a carte il cattivo quando puoi benissimo arrestarlo?), personaggi monodimensionali e pieno di complicazioni inutili. Nonostante uno degli autori della sceneggiatura sia Paul Haggis, uno che sa, il prodotto finale è una porcata e non riesco a pensare a nessun motivo valido che può spingere qualcuno a dire che vale la pena di vedere un film del genere (a parte Mads Mikkelsen).
Il film è diretto da Martin Campbell. Che cosa potevamo aspettarci da uno che ha diretto VERTICAL LIMIT???

lunedì 10 settembre 2007

[Recensione] Minority report

Sto film è talmente una porcata che non ho neanche voglia di scriverci sopra qualcosa…Tom Cruise è l’anticristo delle capacità recitative. Tom Cruise è il contrario della spontaneità, della simpatia e del carisma. È un imbecille. Non mi stupisco che la giovane moglie ogni tanto prenda la bimba e se ne scappi di casa con armi e bagagli.
La trama base del film è ispirata ad un racconto di Philip K. Dick, uno di quei scrittori che conosci solo perché hai visto i film tratti dai suoi libri, che nessun essere umano ha letto.
Ci troviamo nell’anno 2054, dove esiste un dipartimento pre-crimine, un esperimento creato per prevenire gli omicidi in una determinata area. Tre persone “speciali”, i Precog, con l’alopecia e ammollo in una vasca “prevedono” quello che accadrà con estrema precisione e da un tubo esce una pallina con il nome dell’assassino e della vittima. Le persone preposte ad analizzare il caso non sanno l’indirizzo dove avverrà il delitto e devono analizzare le immagini partorite dalle menti dei tre tizi, con un sistema a dir poco ridicolo. Le immagini vengono proiettate su una superficie verticale trasparente (un vetro) e le “spazzano” cioè zoomano, cercando particolari (bastava un Windows 3.1). Ma il tutto ovviamente deve fare scena, quindi indossano dei guantini che lasciano scoperte due dita, armeggiano come se volessero scacciare delle mosche particolarmente aggressive e lo fanno sembrare una cosa difficilissima. Tom Cruise è il poliziotto più bravo di tutti, quello che corre qua e là giusto per fare vedere che è in forma e che non è invecchiato. Per dargli un minimo di profondità, sei anni prima gli hanno rapito il figlio e lui deve ancora riprendersi dallo shock. Infatti quando non lavora si inoltra nei bassifondi per comprare la DROGA, chiamata “Chiarezza”, che si inala come il Ventolin. Colin Farrell fa l’agente dell’FBI mandato a controllare l’attività di quel dipartimento ma non convince neanche sua madre nella parte del buono e solerte. Passi che indossi giacca e cravatta (l’immagine che mi viene in mente è quella di Platinette in perizoma… non ci sta), passi che faccia la parte dell’intelligentone, ma che abbia studiato anche teologia e che si imbarchi in discussioni teosofiche… beh, casca leggermente l’asino (anche se una fantasia modello Uccelli di Rovo c’è scappata).
Cruise è l’uomo senza un dubbio, testardo e monodimensionale che è convinto che il sistema funzioni perfettamente, che non ci siano falle di alcun tipo (neanche se uno mezzo secondo prima di commettere l’omicidio cambia idea). Dopo 15 minuti di film, quando uno dei Precog lo vede che spara ad un tizio, accade un putiferio. Quando tocca a lui, ovviamente, il sistema non funziona più, è una cospirazione per toglierlo dalle palle (come biasimarli?), deve cercare le prove che i Precog sbagliano. Nonostante abbia lavorato in quel campo da sempre, non sapeva che esiste un “rapporto di minoranza”, ossia che a volte i tre tizi ammollo non sono d’accordo fra loro (già è difficile mettere d’accordo due persone su che film vedere, figuriamoci tre). Scappa, va da un conoscente (un fantastico Peter Stormare col moccio) e si fa cambiare gli occhi, visto che tutto funziona a riconoscimento oculare. Si tiene gli scarti perché gli servono per ritornare nella sede della pre-crimine. È matematicamente certo che un Precog deve aver visto qualcosa di diverso, quindi ne rapisce uno, la femmina, per portarsela appresso nella caccia all’uomo che ne segue (con annessi aggeggi à la Rocketeer). Va dall’hacker di turno per estrarre i ricordi dalla povera tizia rapita (sti hacker filmici sanno fare proprio di tutto,eh), ma non ne trovano di diversi. La sua mente insiste su delle particolari immagini che non c’entrano ma lui è troppo preoccupato a salvarsi il culo. È anche convinto che Farrell l’abbia incastrato. Riconosce l’edificio dove avviene l’assassinio e vi si reca (mona!) perché VUOLE SAPERE. Alla reception c’è Ethan di Lost. Incontra il tizio che in teoria dovrebbe uccidere e questo gli racconta che ha rapito suo figlio. Cruise prevedibilmente si incazza ma il tizio confessa che l’hanno pagato per raccontargli la frottola. Cruise gli spara per sbaglio, guarda un po’. Quando la pre-crimine arriva sulla scena del delitto Farrell ha l’illuminazione del secolo e si rende conto che forse, qualcuno sta veramente incastrando Cruise. Analizza le immagini che la Precog continua a “trasmettere” e nota dei particolari diversi tra le scene di un delitto avvenuto un bordello di anni prima. Si reca dal capo supremo (che avevamo visto molto in confidenza con Cruise) al quale confida che c’è del marcio al ministero. Infatti il vecchio gli spara. Povero Colin. La pula becca Cruise ma l’ex moglie di Cruise, scaltra come una faina, dà scacco matto al vecchio e va a salvare Cruise (usando gli occhi che erano avanzati… immagina la puzza). Il vecchio aveva ucciso la madre della Precog femmina perché lei la rivoleva indietro, con uno stratagemma che nessuno avrebbe sgamato. Solo Tom Cruise, nella sua immensità.
Due ore un quarto per dirci:
  1. Che ce l’hanno tutti su con Tom Cruise ma lui è invincibile, come Chuck Norris.
  2. Che Colin Farrell si veste bene solo se ha una costumista.

venerdì 7 settembre 2007

[Fun] La Lista delle Liste...

Come ogni blog cinematografico che si rispetti, è tempo di classifiche. Ma non temete, non ci sarà nessuna lista infinita di scene tratte da film che nessuno ha visto (ci sarà un motivo no?), attori sconosciuti del cinema ucraino, i peggiori film tratti da fumetti o quant’altro. Questo post l’hanno compilato le persone che cercando qualcosa su google, hanno digitato delle keywords particolari. Beh, particolari è un gigante eufemismo… leggere per credere… In ordine sparso, tranne la migliore.

PS: idea presa dal blog del Vetto®, tutti i diritti riservati, ovviamente.

1. chi doppiava george clooney nel telefilm e.r. : sì, e vuoi anche l’indirizzo?
2. crash cronenberg in culo: vizioso!
3. elijah wood stempiato: povero Elijah! E poi non è stempiato, è RASATO!
4. film anni 70 non vale sei morto: questa non l’ho capita. Ho i miei limiti.
5. film wolf creeck si salva qualcuno? Sì. Ma soprattutto… il punto di domanda?!
6. foto di ben affleck quando ha fatto il film pearl harbor: foto di tua mamma quando da piccolo ti ha fatto cadere dal seggiolone.
7. fregare i test psicologia: dovrei denunciare l’IP?
8. la fine di pearl harbor il film: aprire un libro di storia, no?
9. ozzy traduzione mama: non sono mica Scaruffi!
10. quante persone scompaiono in america: questo mi fa paura.
11. quanto vi piace jonathan tucker: a me tanto, e a voi?
12. ragazzo sevizia: anche questo… dovrei denunciarlo alle autorità competenti?
13. signore degli anelli mitril: Mitril? Che è? Ma chi si ricorda? Ma soprattutto… chi se ne frega!
14. south park tutti i personaggi: tutti, ma proprio tutti eh! Mi raccomando!
15. telefilm con tematiche omosessuali: ah beh, questo è capitato bene… se mi manda una mail privata.
16. topone pelose: zoofilo o semplice pervertito?
17. trame film mare "si rimettono insieme ": se google fosse intelligente quanto sembra, la risposta a questo annoso quesito sarebbe… TUTTI.
18. tristano e isotta film canale5: non gli veniva in mente la parola PALINSESTO, o anche solo PROGRAMMAZIONE. Povero, gli occhi di Rufus Sewell devono averlo accecato momentaneamente…
19. ugly betty trame di tutti gli episodi: oh, ma chi sono io? L’ufficio informazioni?!
20. val kilmer e scientology: ah, beh, questa poi!
21. video porno bijou philips: come si direbbe in Veneto… che stomaco!
22. x-men parodia sessuale: adesso la cerco anch’io!
23. définition de "buonista" français: questa l’hanno scritta in tanti… si sono messi d’accordo!
24. ashley judd - bionda in campagna: voglio andare a vivere in campagnaaaaaaaaaaaaa…..
25. attrice di pearl harbor: ripeto… Imdb, troppo difficile?
26. battute will & grace: sceneggiatura cercasi…
27. ben affleck mercuzio: Ben Affleck? Mercuzio? Ma questo, cos’ha fumato?!
28. comparse cinematografiche cercasi: un filmaker alle strette…
29. david kelley robert downey jr ha detto: a questa non ci arrivo proprio… non riesco proprio a capire dove vuole andare a parare… sfido che google l’ha mandato da me!
30. dinosauri: mi hanno scambiata per un sussidiario…
31. fare l'amore con ben affleck: ah, beh, questo vorremmo saperlo tutti…
32. film viene risucchiato in cielo: questa è plausibile, dai. Mettiamo caso che uno abbia visto lo spezzone di The forgotten in tv e abbia pensato… ma che porcata è questa?! E voleva sapere il titolo… gli elementi erano ben pochi per fare una ricerca su google! (più di uno l’ha cercato…)
33. go katie holmes recensione: sto film è un’ossessione! L’hanno cercato in ottocento, con un sacco di varianti, come “Go trama” (“Go trama go! Dammi una G, dammi una O, GOOOOOOOOO”), oppure “Go una serata da dimenticare” (questo va a letto presto… la notte non fa per lui), o ancora “imdb una notte da dimenticare” (questo sa cos’è imdb, peccato per il titolo in italiano… è già qualcosa, ammettiamolo)..
34. interpreta uno psicologo: azz, questa è difficile… mi vengono in mente almeno 45 film dove qualcuno “interpreta uno psicologo”…
35. kelly family: questo è un colpo basso!
36. la finestra sul cortile adriane lyne: peccato che il regista fosse Hitchcock… influenzato da Disturbia? Se ti è piaciuto quello, allora evita di sforzare il tuo cervello fino con film che non capiresti… vai a vedere Shrek, vai!
37. occhiali sole val kilmer: i fashionisti vivono tra noi!
38. oggetti vari infilati nella figa: pervertito n° 2….
39. orlando bloom vestito da donna: pervertito n°3… (Dio mio!)
40. pearl arbor+foto infermiere: 1) la sintassi, 2) la grammatica, 3) ma cos’è sta ossessione per Pearl Harbor?
41. queer as folk: doppiatori: harris allan: abuso di due punti…
42. the forgotten edward norton: era Dominic West… diamo a Cesare, ecc. ecc.
43. tic actor studio: impagabile.
44. trama completa film intrigo a berlino: mi raccomando, che sia COMPLETA, altrimenti non la voglio!
45. tre storie tre linee temporali film: questo si sta facendo un viaggio… LSD?
46. vita o morte labyrinth domanda gnomi: o la borsa o la vita! Aiuto!!!! (e poi non erano gnomi, erano… uhm… cosi pelosi a forma di…boh! Comunque non erano gnomi!)
47. wendy scafa: per “scafa” cosa intende? Perché da noi ha un paio di significati… ma mi piacerebbe tanto sapere chi è Wendy!

E all’ultimo posto, quella che ha guadagnato un posticino speciale nel mio cuore e continue citazione da parte mia e dei miei amici… rullo di tamburi!!!!

- pisello josh hartnett: (!)… ti pare che se conoscevo un modo per arrivare all’appendice summenzionata stavo qui a… bloggare?!?

martedì 4 settembre 2007

[Recensione] Soul assassin

Non credo di essere l’unico essere umano che si guarda delle ciofeche immani solo perché ci recita un attore per cui abbiamo una simpatia… anzi, credo che la sindrome sia molto diffusa. Tempo fa mi è capitato di essere in coda al cinema e sentire la ragazza di fronte a me chiedere “Due biglietti per Scamarcio”… e qui la mia teoria viene assolutamente confermata.
In questo caso ero curiosa di vedere le prodezze recitative di Skeet Ulrich, una delle mie cotte minori (MOLTO minori).
Il film comincia con uno stile videoclip figoso (come direbbe un ben noto personaggio cinematografico), tutto blu e concitato. Dei tizi, degli agenti, non si sa, stanno compiendo una transazione (sicuramente illegale) che include delinquenti spagnoli, container isolati ad Amsterdam e lingotti d’oro a forma di porta occhiali. La situazione si riscalda ma si viene a scoprire che è un’esercitazione di un’agenzia di sicurezza (esistono sul serio?). Il nostro prode eroe, Kevin, dopo la prova, viene promosso a vice presidente e vuole chiedere alla sua fidanzata (che lavora nella stessa agenzia) di sposarlo (promozione=più soldi=casa/figli/yatch). La piglia e la porta bendata in albergo (se uno si trascina dietro una donna bendata per strada, entro cinque minuti lo legano) ma qualcuno li segue (una topona bionda che guida un gommone. Bionda+gommone… equazione irrisolvibile), il che generalmente significa che la donna morirà entro tre minuti. Lui fa tutto il carino, cominciano a palpeggiarsi (lei ovviamente indossa degli autoreggenti… chi non va al lavoro con gli autoreggenti? Tsè, principianti!) ma lei lo ferma dicendogli che piuttosto di una promozione preferiva che lui tornasse a studiare ragioneria (ma cos’è, pazza?!). Come se non l’avessimo previsto, un uomo irrompe nella stanza d’albergo e la fa fuori di brutto. Qui comincia l’abuso di rallentamenti, accelerazioni, spazi vuoti, assurdità varie. Arrivano i poliziotti che naturalmente ce l’hanno su col povero Kevin, che ancora distrutto non riesce nemmeno a lavarsi le mani per bene. I capi dell’agenzia gli dicono che probabilmente è stata uccisa perché riciclava i soldi sporchi del Kazakistan per conto di qualcuno. Cercano di sparagli di nuovo ma non lo beccano. Al quartier generale gli fanno vedere quattro foto di sospettati e lui naturalmente riconosce l’assassino al primo colpo. Ovviamente fa la sua apparizione il figlio stronzo del capo supremo, che assomiglia a Solenghi. Rintracciano l’assassino della sua fidanzata ma quest’ultimo gli spara un secondo prima che confessasse chi l’aveva ingaggiato. Ma guarda un po’. Si recano in un’acciaieria (che film d’azione è se non si sparano in un capannone?) e infatti nasce un putiferio perché all’interno vi trovano l’immancabile russo cattivo, con un dischetto che contiene dei file segretissimissimi. Si sparano un po’ ma finiscono i colpi (che cosa strana… nei film i proiettili non finiscono mai…) e cominciano a menarsi. Finiscono i colpi pure alla bionda topona ma lui non ha il fegato di ucciderla. Ovviamente il tutto condito da un montaggio schizofrenico e da una musica metal di serie zeta. Visto che i suoi compari l’hanno lasciato solo, Kevin è perseguitato dalla polizia perché lo credono un assassino (costituirsi no?) e si reca nel quartiere a luci rosse (una scusa per mostrare qualche tetta e qualche chiappa). Siccome è senza scarpa, scendendo in un tombino per sfuggire all’onnipresente polizia si taglia con un vetro e la scene viene messa in moviola per ben TRE volte. Nel tombino c’è gente che tromba (!). Entra nel coffee shop di un gay (che sicuramente morirà, visto che viene coinvolto), amico suo, che ovviamente è un super esperto di computer. Kevin tira fuori il portatile macinato che conterrebbe i file suddetti. L’altro ha in mano una fetta di emmenthal, ma senza battere ciglio comincia il suo lavoro. Kevin si addormenta, esce ma lo inseguono e ruba una bicicletta. Segue un mirabolante inseguimento in bici sulle sponde dei canali, dove la gente piuttosto che spostarsi tranquillamente (è una bici, non un tank) rovescia tavolini e si butta in acqua. Si incontra col capo supremo, che vuole il dischetto e che gli dice che deve uccidere la topona. Kevin, furbo come una faina, gli da un dischetto vuoto (perché l’amico gaio ci sta ancora lavorando sopra). Gli dicono anche che la ragazza è la fidanzata di un suo collega. Kevin ha solo una foto della donna e gli serve un indirizzo. Non si perde d’animo e scannerizza con il suo cellulare (passandogli sopra un lato del telefonino) arcaico la foto della ragazza e la manda via fax alla fidanzata del capo (sempre col telefonino che va a carbone). La donna del capo però non collabora.
Kevin ritorna dall’amico del coffee shop che ha tentato di aprire il file ma senza riuscirci: c’è bisogno di una password fornita dall’Interpol. Non crede che la ragazza sia stata ammazzata dai Kazakistani ma dal figlio del capo. Succede un putiferio, muore il gay (MA VA’?!). Muore anche la mamma di una bambina che gli faceva le smorfie (muoiono tutti quelli che gli stanno simpatici… anche lui ha la sindrome Harry Potter). L’agente si procura l’indirizzo di Tessa (glielo da la donna del capo, che poi muore, naturalmente), la topona cattiva e la va a cercare. Lei gli dice che è lui il cattivo, che è stato addestrato per uccidere e per non pensare. Il file famoso era un rapporto sulla mortalità degli agenti della banca per cui lavora (ne muoiono inspiegabilmente a tonnellate) e che anche suo padre è stato ucciso per fare posto a qualcuno di più potente. Vanno insieme dal suo fidanzato che conferma la teoria. Inscenano uno spettacolino per il capo quasi supremo, che era la mente dietro a tutto il complotto (che mirava ad uccidere il capo supremo – cattivo pure lui). La ragazza di Kevin riciclava effettivamente denaro, ma non lo sapeva (ma come si fa?!) e quando l’ha scoperto si è auto-denunciata (ma che anima candida… solo nei film). In realtà di buoni c’erano solo Kevin e la bionda. Durante la scena finale, il capo-merda uccide Kevin ma egli fa a tempo a sparargli. Sopravvive solo la donnetta.
Sì lo so, non ha tanto senso, secondo me è una sceneggiatura nata da una serata in compagnia di tanta ma tanta cocaina. Aspirata dal buco sbagliato, probabilmente.