martedì 4 settembre 2007

[Recensione] Soul assassin

Non credo di essere l’unico essere umano che si guarda delle ciofeche immani solo perché ci recita un attore per cui abbiamo una simpatia… anzi, credo che la sindrome sia molto diffusa. Tempo fa mi è capitato di essere in coda al cinema e sentire la ragazza di fronte a me chiedere “Due biglietti per Scamarcio”… e qui la mia teoria viene assolutamente confermata.
In questo caso ero curiosa di vedere le prodezze recitative di Skeet Ulrich, una delle mie cotte minori (MOLTO minori).
Il film comincia con uno stile videoclip figoso (come direbbe un ben noto personaggio cinematografico), tutto blu e concitato. Dei tizi, degli agenti, non si sa, stanno compiendo una transazione (sicuramente illegale) che include delinquenti spagnoli, container isolati ad Amsterdam e lingotti d’oro a forma di porta occhiali. La situazione si riscalda ma si viene a scoprire che è un’esercitazione di un’agenzia di sicurezza (esistono sul serio?). Il nostro prode eroe, Kevin, dopo la prova, viene promosso a vice presidente e vuole chiedere alla sua fidanzata (che lavora nella stessa agenzia) di sposarlo (promozione=più soldi=casa/figli/yatch). La piglia e la porta bendata in albergo (se uno si trascina dietro una donna bendata per strada, entro cinque minuti lo legano) ma qualcuno li segue (una topona bionda che guida un gommone. Bionda+gommone… equazione irrisolvibile), il che generalmente significa che la donna morirà entro tre minuti. Lui fa tutto il carino, cominciano a palpeggiarsi (lei ovviamente indossa degli autoreggenti… chi non va al lavoro con gli autoreggenti? Tsè, principianti!) ma lei lo ferma dicendogli che piuttosto di una promozione preferiva che lui tornasse a studiare ragioneria (ma cos’è, pazza?!). Come se non l’avessimo previsto, un uomo irrompe nella stanza d’albergo e la fa fuori di brutto. Qui comincia l’abuso di rallentamenti, accelerazioni, spazi vuoti, assurdità varie. Arrivano i poliziotti che naturalmente ce l’hanno su col povero Kevin, che ancora distrutto non riesce nemmeno a lavarsi le mani per bene. I capi dell’agenzia gli dicono che probabilmente è stata uccisa perché riciclava i soldi sporchi del Kazakistan per conto di qualcuno. Cercano di sparagli di nuovo ma non lo beccano. Al quartier generale gli fanno vedere quattro foto di sospettati e lui naturalmente riconosce l’assassino al primo colpo. Ovviamente fa la sua apparizione il figlio stronzo del capo supremo, che assomiglia a Solenghi. Rintracciano l’assassino della sua fidanzata ma quest’ultimo gli spara un secondo prima che confessasse chi l’aveva ingaggiato. Ma guarda un po’. Si recano in un’acciaieria (che film d’azione è se non si sparano in un capannone?) e infatti nasce un putiferio perché all’interno vi trovano l’immancabile russo cattivo, con un dischetto che contiene dei file segretissimissimi. Si sparano un po’ ma finiscono i colpi (che cosa strana… nei film i proiettili non finiscono mai…) e cominciano a menarsi. Finiscono i colpi pure alla bionda topona ma lui non ha il fegato di ucciderla. Ovviamente il tutto condito da un montaggio schizofrenico e da una musica metal di serie zeta. Visto che i suoi compari l’hanno lasciato solo, Kevin è perseguitato dalla polizia perché lo credono un assassino (costituirsi no?) e si reca nel quartiere a luci rosse (una scusa per mostrare qualche tetta e qualche chiappa). Siccome è senza scarpa, scendendo in un tombino per sfuggire all’onnipresente polizia si taglia con un vetro e la scene viene messa in moviola per ben TRE volte. Nel tombino c’è gente che tromba (!). Entra nel coffee shop di un gay (che sicuramente morirà, visto che viene coinvolto), amico suo, che ovviamente è un super esperto di computer. Kevin tira fuori il portatile macinato che conterrebbe i file suddetti. L’altro ha in mano una fetta di emmenthal, ma senza battere ciglio comincia il suo lavoro. Kevin si addormenta, esce ma lo inseguono e ruba una bicicletta. Segue un mirabolante inseguimento in bici sulle sponde dei canali, dove la gente piuttosto che spostarsi tranquillamente (è una bici, non un tank) rovescia tavolini e si butta in acqua. Si incontra col capo supremo, che vuole il dischetto e che gli dice che deve uccidere la topona. Kevin, furbo come una faina, gli da un dischetto vuoto (perché l’amico gaio ci sta ancora lavorando sopra). Gli dicono anche che la ragazza è la fidanzata di un suo collega. Kevin ha solo una foto della donna e gli serve un indirizzo. Non si perde d’animo e scannerizza con il suo cellulare (passandogli sopra un lato del telefonino) arcaico la foto della ragazza e la manda via fax alla fidanzata del capo (sempre col telefonino che va a carbone). La donna del capo però non collabora.
Kevin ritorna dall’amico del coffee shop che ha tentato di aprire il file ma senza riuscirci: c’è bisogno di una password fornita dall’Interpol. Non crede che la ragazza sia stata ammazzata dai Kazakistani ma dal figlio del capo. Succede un putiferio, muore il gay (MA VA’?!). Muore anche la mamma di una bambina che gli faceva le smorfie (muoiono tutti quelli che gli stanno simpatici… anche lui ha la sindrome Harry Potter). L’agente si procura l’indirizzo di Tessa (glielo da la donna del capo, che poi muore, naturalmente), la topona cattiva e la va a cercare. Lei gli dice che è lui il cattivo, che è stato addestrato per uccidere e per non pensare. Il file famoso era un rapporto sulla mortalità degli agenti della banca per cui lavora (ne muoiono inspiegabilmente a tonnellate) e che anche suo padre è stato ucciso per fare posto a qualcuno di più potente. Vanno insieme dal suo fidanzato che conferma la teoria. Inscenano uno spettacolino per il capo quasi supremo, che era la mente dietro a tutto il complotto (che mirava ad uccidere il capo supremo – cattivo pure lui). La ragazza di Kevin riciclava effettivamente denaro, ma non lo sapeva (ma come si fa?!) e quando l’ha scoperto si è auto-denunciata (ma che anima candida… solo nei film). In realtà di buoni c’erano solo Kevin e la bionda. Durante la scena finale, il capo-merda uccide Kevin ma egli fa a tempo a sparargli. Sopravvive solo la donnetta.
Sì lo so, non ha tanto senso, secondo me è una sceneggiatura nata da una serata in compagnia di tanta ma tanta cocaina. Aspirata dal buco sbagliato, probabilmente.

1 commento:

RED ha detto...

Val, e' talmente bella questa recensione che ho voglia di vedere il film, mi sono ritrovato aridere mentre leggevo, grande! e poi il culmine...“Due biglietti per Scamarcio”, FANTASTICO!