martedì 2 ottobre 2007

[Recensione] Tenacious D and the pick of destiny

Ci sono tanti film imbecilli, troppi. Ma alcuni sono adorabili. Ognuno ha il proprio set di inconfessabili scheletri nell’armadio (parecchi, per quanto mi riguarda), uno peggio dell’altro.
Tenacious D and the pick of destiny non è tra quelli che ispirano grasse risate. Non fa ridere. Non è intelligente, non è brillante, non è innovativo. Insomma, spazzatura autocelebrativa.
Di solito quando un film contiene varie citazioni rock (anch’io nel mio piccolo sono una nerd per certe cose) corro a vederlo giusto per complimentarmi con me stessa di averle riconosciute. La maggior parte dei film che parlano di rock (o che ci girano intorno) sono idioti. Ma fanno ridere, o sono emozionanti per altri motivi. Questo no. Non ho idea di quanto abbia incassato, ma sono pronta a scommetterci una mano (la sinistra – la destra mi serve) che gli incassi hanno subito una parabola discendente di week end in week end, grazie al passaparola.
Comincia con dei titoli di coda animati, dove i due protagonisti (Jack Black e Kyle Gass) si scoreggiano addosso a vicenda. Non fa ridere.
E’ la storia del sogno americano: un bambino ribelle (Jack Black) che ama il rock’n’roll scappa da casa per inseguire una carriera musicale a Los Angeles. Appena arriva (con un gap di dieci anni) nella città degli angeli incontra Kyle Gass, che lo ospita a casa propria, in cambio dello svolgimento dei lavori domestici. Nel frattempo, da rockstar navigata quale sostiene di essere, gli spiega i segreti del mestiere, sciorinando cagate su Dio (che prende vita da un poster… Ronnie James Dio, non Dio Dio, l’anziano signore con la barba seduto su un trono. No, non quell’anziano signore vestito di rosso. Quello vestito di bianco!) e i Black Sabbath. Si rivela però un bluff e dopo un’incazzatura di sei millisecondi, Jack Black lo perdona. Si accorgono di un segno divino che gli unisce, uno ha una voglia con le lettere TENAC sul culo, l’altro IOUS. Non fa ridere.
Si arrabattano per farsi conoscere ma zero. Si accorgono che tutti i grandi del rock hanno usato lo stesso plettro (eh sì, tutti in casa abbiamo pile di Rolling Stone degli anni settanta). Si recano nel primo negozio di strumenti a cercarlo ma il commesso gli spiega, in puro stile apocalittico (“il segreto più oscuro della storia del rock!”), che il plettro è il dente di Satana, passato di mano in mano, che garantisce il successo di chi lo usa. Parte la ricerca. Scoprono che l’oggetto è conservato al museo della storia del rock’n’roll. Sulla via incontrano un (fantastico) pazzoide che gli rivela il piano d’azione per entrare. I due amici litigano e si dividono. Uno va ad una festa con delle fighe, l’altro continua il viaggio. Uno fa una figura di merda al party, l’altro riesce ad entrare nel museo (dopo aver viaggiato un po’ a causa di funghi allucinogeni – una delle scene più inutili della storia del cinema mondiale – nonostante John C. Reilly interpreti lo yeti). Lì si reincontrano (ovviamente) e proseguono. Localizzano il plettro, protetto da una serie di raggi laser (ovviamente) e Jack Black riesce a scansarli ma rimane bloccato a dieci centimetri dal pulsante che li disattiva. La soluzione è farsi venire un’erezione per pigiarlo. Non fa ridere. Riescono a rubarlo e a sfuggire all’inseguimento della pula arrivando ad LA, alla tanto agognata gara di talenti del pub puzzolente sotto casa. Da impediti quali sono, rompono il plettro perché se lo litigano ma poi si convincono che è un placebo, che la forza è in loro, che sono amici per sempre, blah blah blah. In realtà il tipo che presenta lo show è un accolito di Satana (Dave Grohl) che finalmente ricostituito, diventa di nuovo potente. Si sfidano a duello chitarristico. Perdono ma poi vincono perché gli staccano un corno per sbaglio.
Porcata. Osceno. Inutile. Idiota. Target: dodicenni che ascoltano i Metallica e i Korn.
Si può dire però che i vari camei allietano la visione: Meat Loaf nella parte del padre oscurantista di Jack, Ben Stiller è il negoziante che gli svela la storia del plettro, Amy Poehler la cameriera del diner e Tim Robbins, nel ruolo di uno svalvolato senza denti. Impagabili (soprattutto Ben Stiller).
Il film è stato scritto dal duo protagonista insieme a Liam Lynch. Se non sapete chi è, cliccate qui. E capirete tante cose.

5 commenti:

RED ha detto...

Oh the dragons balls were blazin' as I stepped into his cave,
Then I sliced his fuckin' cockles,
With a long and shiney blade!
'Twas I who fucked the dragon,
Fuckalize sing-fuckaloo!
And if you try to fuck with me,
Then I shall fuck you too!
Gotta get it on in the party zone!
I gots to shoot a load in the party zone!
Gotta lick a toad in the party zone!
Gotta suck a chode in the party zone!

ROOCK AND ROOLLL!!!!!!!

Opi ha detto...

Concordo quasi su tutto leggendo il tuo blog ma I Tenacious D non puoi toccarli!
Fantastici!

Anonimo ha detto...

credo che il target non fossero dodicenni metallari ma fossero i fan dei Tenacious D...il film per piacere implica che piacciano i D...se non ti piacciono,se non li conosci, ovvio che il film può far schifo...è incentrato su di loro e sul loro rock non-sense (che è alla base del film), non è un capolavoro da oscar,ma via,non esageriamo con le critiche...e le musiche e le canzoni (tutte loro) son fantastiche,a mio avviso (e ti assicuro non sono un dodicenne metallaro)

Anonimo ha detto...

ma vatte a fa na tirata!!!

lele ha detto...

puoi dire ke i film fanno schifo, ma vatti a fare in culo, se nn fa ridere, xke ci hai ftt la recensione? E se nn fa ridere, xke lo hai visto?? concordo con quello ke ha detto "ma vatte a fa na tirata!!!"!! Ah, un ultima cosa, il film è BELLISSIMO, PARIANTE E DIVERTENTE!!