lunedì 9 luglio 2007

[Recensione] The Calcium Kid


Bloom è un deficiente. Nel senso che deficie di tutte le qualità di un bravo attore. Ha un range espressivo di ben DUE emozioni: accigliato e pensieroso (che potrebbero essere la stessa cosa, in effetti). Non ha fisicità: si limita a esistere, a starsene in piedi davanti alla cinepresa. Non è bello, né attraente, né affascinante: assomiglia a una scimmietta un po’ beota. E’ anche troppo magro per i miei gusti. Io non riesco a capacitarmi di come sia riuscito ad arrivare dov’è ora, con un paio dei franchise più importanti della storia del cinema e qualche film mediocre alle spalle. Sì, esatto, proprio non lo sopporto.
Durante i miei ravanaggi nei cestoni dei supermercati di tre province mi imbatto spesso nel dvd di questo film. Mi è rimasto impresso perché ha una delle copertine più brutte del secolo, con una foto poco lusinghiera del suddetto non-attore: un quasi piano americano di Bloom in versione pugile, glabro, con le costole sporgenti e con i suoi riccetti color catrame. Proprio perché volevo farmi due risate ho deciso di visionare il film in oggetto.
Credevo fosse il Million dollar Baby de noantri ma mi sbagliavo.
È un mockumentary, ossia un finto documentario. Un finto documentario inglese. Con attori inglesi. Su un lattaio che diventa lo sfidante del super campione mondiale per caso. Un lattaio. Lattaio. Già la professione fa un po’ ridere (niente contro i lattai, anzi, vorrei un fidanzato lattaio), il fatto che diventi l’eroe del quartiere, e poi della nazione, lo rende oltremodo irresistibile.
Jimmy Connelly beve un litro di latte al giorno e per questo ha un tessuto osseo più resistente del normale. Allenandosi con il campione inglese, questo gli tira un pugno sul cranio per sbaglio e si spacca la mano (!). Il lattaio è costretto dal manager incapace (ma affarista) a combattere contro il campione messicano, borioso e con un entourage degno di Madonna. Il film mostra i giorni prima del combattimento, soprattutto l’allenamento casalingo sulle note della colonna sonora di Rocky (il suo allenatore è il meraviglioso David Kelly, uno dei vecchietti di Svegliati Ned o il Grandpa Joe della Fabbrica di Cioccolato). Si susseguono interviste ai vicini di casa, ai negozianti del quartiere, al pubblico e al pugile in erba. Ovviamente ci sono degli imprevisti che fanno cambiare idea al pubblico, problemi con madre e amici, ma altrettanto prevedibilmente tutto si sistema.
Ci sono dei momenti decisamente esilaranti, la regia è molto dinamica e mai noiosa.
Forse ma forse, la prossima volta che troverò il dvd impolverato in un cestone, nascosto tra Giovannona coscialunga e Alien vs Predator, un pensierino ce lo faccio.
Nella vita non mi piacciono le sorprese, per me una sopresa è sinonimo di imprevisto e di conseguenza “problema da risolvere”. Ma sono molto felice quando trovo un film (o un libro o un disco) che valeva zero ed esce vincente. Come questo. Bloom mi ha *quasi* convinta, ma non mi faccio ingannare. Tiè.

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