martedì 17 aprile 2007

[Recensione] Closer (6-6-06)



Closer. Più vicino. Più lontano? O “colui/colei che chiude”? Chiudere cosa? Una relazione? Una porta? Un occhio? Una mano? Un'esperienza?

Emozionante, cinico, perverso forse. Bugiardo, realista, umano. Stretta allo stomaco, lacrime incombenti per motivi X.

Londra, look left, look right. Buona trovata dell’attraversamento pedonale. Errore di traduzione. Stranger (disuguale) straniero.

Portman, fragile ma non troppo. Alcune battute illuminanti.

Jude Law troppo inglese (per me significa qualcosa), nella sua mimica facciale. Bello come sempre, però. Gran voce, dovrebbe impegnarsi di più. Splendida pronuncia. Figlio di puttana come sempre.

Julia Roberts troppo fredda, laida, bocca da mucca. Poco espressiva. Fotografa gli estranei.

Clive Owen barbaro, arrogante, “cavernicolo”. Perfetto. (Lo voglio Bond).

Parrucca rosa a caschetto, troppo Lost in translation.

Bugie, bugie, bugie. La carta moneta del mondo moderno.

Tradire. Tradire per vendetta, tradire per bisogno, tradire perché sì. Tradire per caso. Tradire per noia. Tradire per amore. Tradire per dis-amore.

Bel pezzo per i titoli. I can’t take my eyes off you...

Londra nei cartelli stradali. Londra nel pavimento. Londra nelle strade laterali. Londra nel camminare della gente. Londra, oh Londra. Un film maledettamente cittadino.

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