martedì 24 aprile 2007

[Recensione] Correndo con le forbici in mano

Un ragazzino viene mollato dalla madre poetessa lesbica latente a casa del proprio psichiatra (che ha una stanza chiamata Masturbatorium e che legge il volere di Dio nelle proprie feci – facendo assistere al miracolo tutta l’allegra combriccola), il quale ha una varietà di problemi che non risolve. Due figlie: Gwyneth Paltrow, bibbiofila, strana, vestita da Tutti insieme appassionatamente, che interpreta le fusa del gatto, con il quale comunica durante la fare REM del proprio sonno; una biondina adolescente che vorrebbe studiare letteratura, ma il padre le ha fottuto i soldi per il college (donati da un suo ex fidanzato 40enne che le ha rotto l’osso del collo); un figlio adottivo: Joseph Fiennes, un gay 35enne schizofrenico opportunista e (quasi) assassino (parte che forse sarebbe stata meglio al fratello); una moglie inutile. Più che una casa, una gabbia di matti, piena di eccentricità e sporcizia. Rosa fuori, nera onta dentro.

Patrick Wilson appare mezzo secondo come agente delle tasse, praticamente un raggio di sole.

Joseph Fiennes è un figo con quelle basette pelose (dovrei cambiare il nome del blog e chiamarlo “qui si parla di uomini pelosi”) e quegli occhi marroni e giganteschi. Ralph Fiennes invece, mi spaventa. Non riesce a fare parti normali, senza perversioni, tic, o semplicemente piatte. Mi spaventava anche su “Fine di una storia” dove non succede praticamente nulla per tutto il film. Due fratelli e due PH nel nome… grazie a dio non sono nati con qualche difetto di pronuncia, come qualcuno che non oso nominare.

Nessuna delle loro interpretazioni brilla, tranne forse quella di Annette Bening, che quando sclera di brutto, lo fa bene.

Un film talmente assurdo che diventa comico. Certe situazioni sono portate talmente all’estremo che diventano un po’ stucchevoli. Non so se credere che tutto sia capitato davvero, visto che è tratto da un’autobiografia, ma tant’è che ogni storia famigliare rasenta il parossismo, se raccontata con la dovuta ironia. Non ho idea se questo film nasce come “drammatico”, “commedia” o “grottesco”, tant’è che Blockbuster avrà una bella gatta da pelare quando sarà il momento di riporlo sullo scaffale.

Bellissima colonna sonora, usata in modo originale, per una volta.


PS Speravo in una scena di sesso gay controversa… e invece…sigh…

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