martedì 17 aprile 2007

[Recensione] Paris je t'aime



Bello, bello, bellissimo.

Amo i film corali (anche se della maggior parte non distinguo i personaggi né ricordo i nomi – anche perché di solito i film corarli li fanno con attori tutti uguali).

Mi piacciono i corti e mi piacciono le successioni di corti.

Ho scoperto che capisco più francese di quello che pensassi.

Ah. E amo Elijah Wood. Ho un paio di amici che se messi insieme e mescolati darebbero il suo clone. Senza un conto bancario milionario e senza una casa discografica. E senza Vincenzo Natali come migliore amico.

Sin city è uscito prima di questo o no? Perché se sì, OVVIAMENTE il corto con Elijah è una presa in giro di sé stesso. Oppure no. Oppure sono io che mi faccio i viaggi.

Voglio invecchiare come Fanny Ardant.

Devo necessariamente tornare a Parigi per ri-innamorarmi di me stessa? Parigi sarebbe la città dell'amore,no? L'unica volta che ci sono stata ho passato una settimana a litigare col mio ex, col portiere, con i tassisti, con i passanti e con chiunque capitasse a tiro. Inutile dire che quando sono tornata a casa ho mollato il mio ex.

Splendido il corto (li chiamo corti, ok?) dove il ragazzo francese parla all’altro ma quest’ultimo non capisce. Il linguaggio… Consiglio Everything is illuminated… ed Elijah torna nei miei pensieri come la bolletta della luce da pagare… Senza offesa, Elijah.

Paris je t'aime... moi non plus.


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