lunedì 4 giugno 2007

[Recensione] Dear Wendy


Da qualche parte avevo letto che Dear Wendy era "un Fight club con le pistole".
Mi sono immaginata duelli, roulette russa a go-go, sangue a secchi e cadaveri che sembrano scolapasta. Niente di tutto ciò. Io amo le sparatorie, ma in questo film non sparano un cazzo, tranne nell'epica scena finale, dove si ri-crea un'atmosfera decisamente da far-west, buoni contro cattivi. Anche se i confini sono un pò labili tra le due fazioni che si sfidano.
Un gruppo di ragazzi crea un club segreto di amanti delle pistole: le studiano, le puliscono, costruiscono proiettili, studiano la balistica e si esercitano su pannelli di ferro.
La cosa è un pochino morbosa ma niente di sconvolgente. Al post del club della poesia o di quelli che si vestono di nero, questi tizi studiano le armi. Si autodefiniscono con un ossimoro: "pacifisti armati".
Lo so che è fatto apposta perchè vogliono fare i fighi, però la qualità da filmino delle vacanze è un po' deludente. Oh, a me piace vedere i peli del naso degli attori.
Il film, nel complesso carino, è un po' debole nella costruzione verso la catastrofica scena finale, ma se consideriamo che è stato scritto da Lars Von Trier, allora è un capolavoro per i suoi standard. E' diretto da qualcun altro (il regista di Festen) ma spesso e volentieri rende omaggio all'autore, facendo dei richiami a Dogville e sicuramente ad altre cose che non ho visto.
Il protagonista è il regazzino di Billy Elliot, che io avevo notato in Nicholas Nikleby ma non avevo fatto due+due (sono una sega in matematica). L'altra faccia conosciuta è Bill Pullman, che fa il poliziotto amicone.
Un film senza luogo e senza tempo, un po' anonimo. Mi chiedevo: ma sto film, è mai uscito in Italia?
Se il destino di questo film fosse stato nelle mie mani avrei estremizzato la componente morbosa, aggiungendo un po' di sesso adolescenziale con qualche pistola di mezzo, magari un paio di litigate tra i ragazzi, insomma, qualcosa che rendesse più teso e piccante il polpettone.
Un altro quesito: il ragazzo è orfano di madre, il padre lavora in miniera. Hanno una domestica. La cosa non mi torna più di tanto. Di solito quelli che lavorano in miniera non è che guadagnino tantissimo, no? Forse nel mondo dei sogni di Von Trier, dove la gente in fabbrica canta e Nicole Kidman si fa violentare dal primo che capita, i minatori guadagnano un sacco.

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