giovedì 14 giugno 2007

[Recensione] The war

Altro film poco famoso ma molto carino, nella tradizione di opere come Stand by me e, molto largamente, i Goonies (ma molto meno geniale).
Nell'estate del 1970 papà Kevin Costner torna dopo cinque anni di assenza da casa. Non riesce a tenersi un lavoro perchè soffre di stress post traumatico da Vietnam e la famiglia si mantiene a stento. Due figli, un maschio (Elijah Wood undicenne) e una femmina, sono impegnati a loro volta in una guerra senza esclusione di colpi contro i pargoli di un'altra famiglia, con la quale si disputano il territorio e la casetta sull'albero. Da qui il titolo The war, parallelismo tra le due situazioni belliche, in due mondi completamente diversi, ma forse neanche tanto.
Se il film fosse stato incentrato solo sui bambini, sarebbe stato molto più carino.
Kevin Costner è uno di quegli attori che mi stanno sull'anima a pelle, senza un motivo particolare, per cui, meno lo vedo, meglio sto. Qui è oltremodo fastidioso perchè ogni tanto ha delle crisi e costringe il figlioletto ad ascoltare il racconto della morte del suo commilitone e tutti i vari piagnistei per averlo lasciato nella giungla morente. Infatti i flashback di guerra sarebbero da editare e cancellare per sempre. Intepreta un uomo di 34 anni ma putroppo per lui, non ci crede nessuno.
Fatto incredibile per un casting cinematografico: i due fratellini si assomigliano un pochino, hanno entrambi i due denti davanti un po' allargati. Vista la recente mania hollywoodiana (e non solo) di farsi rifare i denti, speriamo che Elijah continui a tenerseli così.
I film sui bambini sono generalmente sempre belli, anche quando gli sceneggiatori mettono loro in bocca parole che non direbbe nemmeno Confucio, figuriamoci un undicenne impubere. Le crudeli sfide che intraprendono sono decisamente divertenti, e quando si sfiora la tragedia, non si può fare a meno di trattenere il fiato.
Il film ha a che fare anche con altri temi, come il razzismo e l'ignoranza; il primo viene affrontato in una scena bellissima dove la bambina di colore risponde per le rime ad una maestra spocchiosa e ipocrita.
La voce fuoricampo della bambina ci guida nel film, e stranamente funziona. Anche la colonna sonora vintage aiuta a dipingere il polveroso quadro di un'estate nel Mississippi.
E' un film molto triste, preparate i fazzoletti.

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